Quasi quasi in stile Montesquieu: una divisione dei poteri (ma in questo caso, meglio ancora, delle competenze) teorizzata eppoi messa in pratica in maniera assai rigorosa. Trattasi di principio fondante della gestione bianconera in quest’ultimo decennio.
Il presidente Andrea Agnelli ha sin da subito – 2010 – voluto avere un approccio aziendale, dunque creare ben specifiche aree di lavoro e conferire a ciascuna figura apicale la responsabilità del proprio operato. Sia pure all’interno di una visione di insieme condivisa. Il presidente che sceglie gli uomini, l’area amministrativa che… amministra, l’area sportiva che sceglie i calciatori e lo staff tecnico che li gestisce. Poi alla fine si tirano le fila e, se è il caso, si procede agli esoneri oppure alle risoluzioni dei contratti. […]
Ebbene, proprio partendo da questo contesto diventa rilevante fare un passo indietro e tornare a quell’eccezione (che conferma la regola) in cui Agnelli s’è espresso, eccome, sulle strategie di mercato. Addì 8 agosto 2020, saubito dopo l’eliminazione dalla Champions League per mano del Lione: «Mi è capitato di sentire più volte che abbiamo una delle rose più vecchie d’Europa, quindi questo può essere un elemento di riflessione».
Come si suol dire in tali casi, chi vuol capire capisca. Il dg Fabio Paratici ha capito (e comunque insieme con Nedved e Cherubini era stato co-autore della riflessione di cui sopra), e ha tramutato quella riflessione in azione. Presente, no?, l’infilata di parametri zero inanellati uno (o due) dopo l’altro dal 2010 in poi. Qualche gioiovane talento all’inzio (Pogba e Coman gli esempi più fulgidi, e due estati fa Rabiot) ma per lo più calciatori già esperti come Pirlo, Llorente, Khedira, DaniAlves. Poi ancora Ramsey, che “vecchietto” non era, tuttavia era reduce da un infortunio grave. Ebbene: da quest’anno stop, basta. Quest’anno, in ottemperanza al diktat presidenziale, s’è anzi proceduto a cedere (foss’anche mediante risoluzione del contratto) alcuni tra gli elementi più… datati della rosa. Sostituendoli solo e soltanto con giocatori under 25 o pochissimo di più (Morata) se non moltissimo di meno (McKennie, Kulusevski, Chiesa). I dati – che abbiamo raccolto nella tabella a lato – sono emblematici.
Età media delle cessioni: 29,7. Età media degli acquisti 22,7. Tutti a disposizione di un tecnico 41enne, debuttante, che – ma guarda un po’ – proprio da Agnelli era stato predetto come nuovo allenatore della prima squadra, in tempi non sospetti. Erano insieme uno accanto all’altro alla conferenza di presentazione della stagione dell’Under 23, che Pirlo avrebbe dovuto guidare. Per inciso, alla presentazione di Sarri tecnico della prima squadra il numero uno bianconero non c’era mica sotto i riflettori. Stava in platea.
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