LIONE – Nel vocabolario di Cristiano Ronaldo la parola sconfitta è sottolineata in rosso: gli sta indigesta perché non è abituata a subirla, lui che vive di gol con cui portare in trionfo la sua squadra e salire, lui stesso, nell’Olimpo. Però è da così tanti anni nel mondo del calcio che sa bene come, anche un ko, possa servire da lezione per ribaltare il destino di una sfida a eliminazione diretta. Lo ha ribadito appena un anno fa, proprio negli ottavi di Champions contro l’Atletico Madrid: sotto di due gol all’andata, nel ritorno allo Stadium CR7 è stato il protagonista assoluto con una tripletta da favola. Stavolta contro il Lione ne basteranno due per compiere un’altra impresa e rincorrere la finale e quella Coppa che, nel primo anno di Juventus, gli è sfuggita.
FURIBONDO – Il marziano è dunque, per una sera, sceso sulla terra. Ma è stato l’unico della Juventus ad aprire la difesa del Lione e a creare qualche spauracchio al portiere Lopes: nel primo tempo per due volte si è presentato sulla destra del portiere seminando gli avversari con giochi di gambe e dribbling, ma nella prima occasione Cuadrado non è arrivato sul tiro cross e nella seconda CR7 ha solo sfiorato il palo. Non è stato fortunato neppure nella punizione, finita direttamente sulla barriera però si sa che, a parte Paulo Dybala contro l’Atletico e contro il Brescia, gli specialisti dei calci da fermo, vedi anche Miralem Pjanic ieri sera col Lione, non stanno trovando soddisfazioni e gol.