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Juve, Szczesny ha un segreto: ecco qual è

TORINO – Più facili a farsi, certe prodezze. Che a dirsi: il nome e cognome di chi le fa. Wojciech – un codice fiscale fatto a persona – ci ha messo del suo, tanto e più volte, nel rocambolesco pareggio rimediato dalla Juventus mercoledì sera contro il Sassuolo. Ha evitato una sconfitta che sarebbe stata pesantissima: ha parato varie e svariate conclusioni dei neroverdi, più ancora ha respinto le critiche e le polemiche che (in caso di ko) sarebbero piovute ancor più fitte di quanto non lo siano ora. Ha dimostrato, ancora una volta, di essere ampiamente in grado e all’atezza di indossare la maglia numero uno. Una numero uno che Gigi Buffon gli ha ceduto, prima, nel momento in cui s’è trasferito al Paris Saint Germain, e gli ha lasciato poi, quando – la scorsa estate – è tornato in bianconero sottolineando e dimostrando concretamente che: «Alla Juve ci sono della gerarchie chiare. C’è un portiere titolare, che meritatamente è Szczesny. Poi ci sono io che dovrò farmi trovare pronto. Volevo ringraziare Tek (lui lo chiama così, per brevità e faciità; ndr), oltre che Chiellini: mi hanno proposto rispettivamente la maglia numero 1 e la fascia. Ma io non sono qua per togliere qualcosa a qualcuno. Io sono qua per dare il mio contributo. Sarò felicissimo perché il portiere titolare deve avere la maglia numero uno». Questione di rispetto, di stima, di amicizia persino. Già perché tra Buffon e Szczesny è questo il rapporto principale: l’amicizia. Sana, solida, coltivata negli anni. E può anche essere che proprio l’amicizia sia il segreto del successo – in quest’annata – d’una convivenza professionale in teoria così paradossale e atipica in cui il vice è il portiere più forte della storia del calcio. Eppure – appunto – se alla base ci sono stima, rispetto e amicizia capita che la pressione si trasformi in stimoli, capita che la teorica rivalità diventi in realtà solo una occasione per azzerare quanto più possibile i propri limiti. Se sbaglia uno (era accaduto ad esempio a Szczesny a settembre contro il Brescia) l’altro è il primo a rincuorare e incoraggiare. E se uno fa bene, l’altro è il primo ad esserne contento.

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«Ammetto che avere Gigi come secondo è veramente strano – parola di Szczesny -: qualche anno fa mi sarebbe sembrata una follia pensare ad una cosa del genere. Ma posso dire che questa è un’esperienza che mi dà tanta gioia perché Gigi è innanzitutto un amico, poi è un compagno di squadra. Insomma, abbiamo un grande rapporto. Quindi vivo questa esperienza con grande piacere e carica». Appunto. E ancora: «Per me è bellissimo lavorare insieme a lui. Ha un impatto importante sulla squadra e posso imparare davvero tanto da Gigi. In settimana ci comportiamo nello stesso modo, poi in partita gioco io per il momento ma sono sicuro che giocherà tanto. Io faccio fatica a 29, 30 anni, lui sembra un giovane ed è bellissimo vedere il suo atteggiamento». Per chiudere con una battuta: «Quando giocavo nella Roma, la mia riserva era Alisson, che oggi è il miglior portiere del mondo. Ora, alla Juve, il mio sostituto è uno dei più grandi giocatori della storia, Gianluigi Buffon. Questo vuol dire che probabilmente sono io il migliore al mondo e nella storia…». […]

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