TORINO – La vuole giocare. Con le condizioni di sicurezza necessarie, ma riprendere appena si può. La posizione non è mai cambiata, fin dall’inizio quando il club si è adeguato allo stop, ritenendolo anche condivisbile, viste le circostanze, ma con la speranza di poter riprendere e finire il campionato. Dubbi, presso i vertici juventini, non ce ne sono mai stati. C’è stato il silenzio del presidente, non esattamente un tipo loquace anche nella normalità e la libertà concessa ai giocatori che fa, comunque, parte del piano di gestione dell’emergenza. Proprio nell’ottica di tornare a giocare e chiedere uno sforzo enorme ai calciatori, fra ritmo serrato delle gare e un probabile ritiro permanente, il club ha preferito non stressare nessuno, soprattutto in un momento in cui la presenza a Torino era (e purtroppo potrebbe essere se non si sblocca la ripartenza) perfettamente inutile. Non che stare nel proprio Paese, ma rigidamente in lockdown, sia equiparabile a una vacanza, ma certamente la vicinanza dei propri cari può alleviare il periodo, A tutt’oggi la Juventus non ha diramato la fatidica convocazione per richiamare tutti in città, perché non esiste ancora una data certa nella quale riprendere l’attività, anche se la possibilità di tornare sul campo (di allenamento, per ora) il 18 maggio, ha spinto tutti gli stranieri della rosa a programmare un ritorno a cavallo del weekend. Poi si vedrà. Ma La Juventus vuole fermamente a disputare il campionato nel tentativo di finirlo.
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La Juve vuole giocare: Agnelli non ha cambiato posizione
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