Juventus-Roma è stata l’ultima partita di Gianluca Rocchi: 263 partite e 17 anni in Serie A. Addio per raggiunti limiti di età. Il direttore di gara racconta le sue sensazioni a Sky Sport.
APPLAUSI – Qualche lacrima e tanti sorrisi. “Ho vissuto con il sorriso un momento triste. Sono onorato dell’applauso e degli abbracci dei calciatori che sono i nostri primi giudici. Credo sia la miglior fine che potessi immaginare, ma lascio il campo nel momento in cui mi sento bene. Non so se avessi continuato in che condizioni lo avrei fatto. Meglio così ho scelto il momento giusto”.
ITALIA – L’addio in un anno complicato. “Ricominciando ad arbitrare in un clima totalmente diverso, certe decisioni sono amplificate. Una protesta che non si sente normalmente, nel silenzio, si percepisce. E sono aumentate le punizioni. La difficoltà ambientale è uno dei motivi principali. In Italia si fischia troppo? Sono ancora un arbitro certe spiegazioni le dà il designatore.
FUTURO – Il futuro è lontano, per adesso, dal campo. “Adesso mi dedicherò alla famiglia”. Possibile un futuro nell’arbitraggio. “Non mi spiacerebbe”. Anche se in 17 anni sono cambiate tante cose. “Il regolamento ha reso alcune decisioni più logiche. Il VAR è uno strumento favoloso ma amplifica le sviste e rende ancora più marchiani gli errori. In ogni caso la tecnologia è e resta un grande vantaggio rende molta più giustizia. E le decisioni sono più giuste”. Il che forse aumenta il rammarico per l’addio…