Tamponi rapidi o tamponi molecolari? La Lazio alza il tiro, sfida tutti, compresa la Uefa, e rilancia. E alla vigilia del match di domani con la Juventus si può dire con quasi certezza (ma l’ok definitivo passerà comunque dalla Asl) che Simone Inzaghi potrà disporre di tutta la squadra, salvo gli infortunati non-Covid. L’ok arriva direttamente dal direttore sanitario del club Ivo Pulcini: «Tutto il gruppo squadra è risultato negativo ed è a disposizione di Simone Inzaghi già da domani (oggi, ndr), assolutamente sì. Abbiamo già segnalato tutto alla Asl». La decisione tuttavia è presa sulla base delle negatività riscontrate dai tamponi molecolari effettuati ieri dal laboratorio Futura Diagnostica di Avellino, lo stesso su cui si appoggia il club di Claudio Lotito dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. A creare il giallo (o la confusione, meglio), tuttavia, ci ha pensato la stessa Lazio quando ha deciso che, in parallelo, dovevano effettuarsi anche dei test rapidi in un altro laboratorio sul territorio laziale, per la precisione al Campus Biomedico di Roma. E se dal test molecolare di Avellino risultano per la prima volta tutti negativi (tranne due casi fuori dal gruppo squadra, tra cui ci sarebbe anche il ds Igli Tare), dal test rapido di Roma risultano invece ben tre casi di positività tra cui ci sarebbe anche Ciro Immobile.
Un gran caos, una matassa che risulta difficile da districare, e qualcuno anche in Figc (vedi anche la recente proposta di Lega di un laboratorio unico) prima o poi dovrà delucidare, magari con linee guida più chiare salvo lasciare ai singoli medici dei club la responsabilità di decidere se un giocatore è positivo, quindi anche contagioso, o “falso positivo”, quindi solo potenzialmente contagioso ma comunque da mettere in attesa in quarantena. E i positivi al test rapido? Il pezzo sportivo si trasforma in pezzo scientifico, presunzione che non vorremmo mai arrogarci. Già, ma il tifoso (e anche il cittadino, soprattutto), vuole capire. Il test rapido di ieri ha riscontrato la positività al gene E ed N di Immobile, Lucas Leiva e Thomas Strakosha. Ma lo staff medico biancoceleste ribadisce che tra test rapidi e test molecolari prevalgono i secondi, più precisi: «Non hanno niente a che vedere con il Covid, sono tamponi rapidi che per legge devono essere confermati dal tampone molecolare. Noi seguiamo il protocollo Figc, se troviamo un positivo lo dobbiamo isolare», rivendica sempre Pulcini.
Un dubbio però resta: perché allora questi giocatori sono stati fermati anche dal SynLab della Uefa, prima di Bruges e pure prima della trasferta di San Pietroburgo di Champions? Anche in quel caso i test erano molecolari, e non rapidi. Può darsi che nel frattempo siano guariti dal Covid, ma tra Bruges e lo Zenit c’è stata la trasferta col Torino, e Immobile è andato in campo.
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