TORINO – L’abbraccio all’inizio, la stretta di mano alla fine. Mircea Lucescu ha battezzato il Pirlo allenatore di Champions, un po’ come aveva fatto venticinque anni fa quando lo aveva lanciato giovanissimo nel Brescia. A quei tempi, il maestro rumeno, si beccò i rimbrotti di Luzardi per aver inserito il “ragazzino” vedendo sfumare la vittoria nella Coppa Anglo italiana. Stavolta è andata pure peggio: l’incrocio con Pirlo segna la fine dell’imbattibilità della sua Dynamo Kiev, mai sconfitta nelle prime dieci partite stagionali. Lucescu è l’allenatore più esperto dei gironi di Champions e dall’alto dei suoi 75 anni sa perfettamente che il girone è tostissimo e che qualificarsi tra Juventus e Barcellona sarebbe un mezzo miracolo.
Juve, Morata già uomo Champions: “Vogliamo arrivare fino alla fine”
Pirlo: “Juve solida e vincente. Questo è il mio calcio, all’attacco”
Gli obiettivi di Lucescu
Per carità: di imprese ne ha fatte parecchie, Mircea. Contro la Juventus del suo allievo non gli è riuscita e il rammarico di Lucescu sarà soprattutto per gli oltre 20 mila sostenitori di nuovo sugli spalti. Quando in estate il guru rumeno è sbarcato a Kiev, i tifosi della Dynamo non gli hanno perdonato i dodici anni di trionfi con gli acerrimi rivali dello Shakhtar Donetsk. Una vittoria contro la Juventus, dopo il successo in supercoppa di Ucraina, sarebbe stata perfetta per girare definitivamente pagina. Appuntamento solo rimandato: a Kiev, nell’arco del girone di Champions, sbarcherà anche il Barcellona di Leo Messi (24 novembre). Ma prima per la Dynamo c’è la trasferta della prossima settimana in Ungheria contro il Ferencvaros. Quella sì una gara da vincere. Non a caso è quello l’unico pensiero europeo di Lucescu in questo momento. «Abbiamo disputato una buona gara – ha detto Lucescu – ma in Champions l’esperienza è importante. Questi incontri fanno crescere, Juventus e Barcellona sono più avanti rispetto a noi. Adesso l’importante concentrarsi sul campionato e andare a fare risultato la prossima settimana in casa del Ferencvaros».