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Milan-Juve 1-1: Ronaldo risponde a Rebic, la finale è più vicina

MILANO – La Juventus non è guarita, ma è più vicina alla finale di Coppa Italia. Il ritorno a Torino, il 4 marzo, vedrà il Milan giocare senza Ibrahimovic, Castillejo (diffidati e ammoniti) e Theo Hernandez (espulso). Il risultato di 1-1 avvantaggia i bianconeri ed è frutto di una prestazione brillante e aggressiva da parte del Milan, faticosa, confusa e solo un po’ volitiva da parte della Juventus. Avendo a disposizione uno strumento di precisione si potrebbero misurare millimetrici passi avanti dei bianconeri rispetto alla liquefazione di gioco e carattere avvenuta a Verona, ma Sarri non può certo accontentarsi di un giro palla flemmatico come un the inglese e di essere salvato dal solito colpo di Ronaldo che si procura un rigore e lo trasforma con la consueta micidiale freddezza. Certo, la Juventus può recriminare per qualche decisione arbitrale, ma non è quello che ha fatto la differenza. Manca la scintilla per accendere il motore bianconero, così sembra di vedere un Suv spinto da volenterosi passanti invece che dai cavalli del motore. Dall’altra parte il Milan, dopo il primo tempo nel derby rovinato dalla disastrosa ripresa, conferma di essere in crescita, di aver trovato in Ibra, ma anche in Rebic, Castillejo e Theo Hernandez giocatori di carattere, di essere sempre di più una squadra. Tutto ciò non è ancora sufficiente per competere ad alti livelli come dimostrano le ultime due partite, ma questa sera i tifosi rossoneri non sono certamente delusi dalla loro squadra.

BUONI E CATTIVI – La buona notizia per la Juventus è che dopo un simile primo tempo del Milan, domenica sera l’Inter era sotto di due gol, mentre i bianconeri reggono bene l’impatto rossonero, soprattutto nei primi quindici minuti e, alla fine, rischiano grosso solo una volta (tiro di Calabria con miracolo di Buffon). La cattiva notizia è che l’aggressività che mette il Milan nella partita è quella che ci si aspettava dalla Juventus, ferita dalla sconfitta di Verona. Dopo giorni di processi mediatici e cene di confronto, era lecito aspettarsi una determinazione agonistica diversa. E invece la squadra di Sarri sa incassare la vivacità rossonera, ma non graffia, non riesce a sviluppare il potenziale offensivo. Dybala ne è chiaro esempio: la sua partita è sicuramente volitiva sotto il profilo della corsa, spesso è a centrocampo se non addirittura sulla sua trequarti a riconquistare palloni e offrire sponde rapide. Ma non tira una volta in porta. Non si fa mai vedere nell’area avversaria. Non offre la necessaria sponda a Ronaldo. E’ la fotografia di una squadra che si impegna, ma che non sembra riuscire a sfruttare tutto il talento e il fisico in suo possesso. Sarei opta per un 4-3-3 con Cuadrado alto e Ramsey mezzala, che diventa 4-4-2 in fase di non possesso, ma il problema è il giro palla lento, i giocatori che non si liberano negli spazi. Ronaldo è poco cercato, Pjanic continua a essere spento, i limiti tecnici di Matuidi rappresentano un ostacolo allo sviluppo del gioco, Cuadrado sbaglia troppo, solo Alex Sandro convince fino in fondo oltre all’eterno e magnifico Buffon.

LA RIMONTA – La ripresa non vede il Milan calare come era capitato nel derby. Anzi i rossoneri passano meritatamente in vantaggio al 61’ con Rebic. Fase difensiva bianconera molto pasticciata: Matuidi lascia troppo spazio a Castillejo a destra, cross che supera tutti e va a pescare sul lato opposto Rebic, marcato in modo molto generoso da De Sciglio, tiro da posizione favorevole e gol. La reazione della Juventus è tutt’altro che veemente, ma con l’ingresso di Bentancur al posto di un malmostoso Ramsey (che forse farebbe bene a tenere il suo malumore per la prestazione davvero poco incisiva che ha fornito), qualcosa in più riesce a produrre. Il Milan difende con energia. Troppa in alcuni casi e l’espulsione di Theo Hernandez arriva dopo che, alla fine del primo tempo, Kessie era stato graziato per la gomitata a Cuadrado. Non solo, Paolo Valeri sbaglia anche a non concedere un rigore per la smanacciata di Rebic su Cuadrado. Lo fischia, invece, per il fallo di mano di Calabria che stoppa la rovesciata da Ronaldo a due minuti dalla fine: a Valeri serve il Var, comunque, e Cristiano trasforma il penalty al 91’. Un pareggio legittimato dalla forza di volontà con cui la Juventus ha giocato fino alla fine della partita, forse non del tutto meritato. Rispetto a Verona c’è un filo più di carattere nella squadra di Sarri, ma è ancora lontana dall’essere se stessa.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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