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Mutti: “Io ho fatto la gavetta, con sacrifici, gioie e delusioni. Pirlo invece…”

Il probante compito di Andrea Pirlo da esordiente in panchina alla guida della Juventus, la crescita esponenziale del Milan di Pioli e Ibrahimovic, la lotta scudetto nel campionato di Serie A attualmente in corso. L’ex tecnico di Atalanta, Napoli e Palermo, tra le altre, Bortolo Mutti, affronta ed approfondisce varie tematiche a margine dell’intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it. 

Pirlo da esordiente sulla panchina bianconera? Un discorso che va oltre certe considerazioni che nel mondo nostro abbiamo dentro di noi, siamo per la meritocrazia e quindi per chi conquista progressivamente con il lavoro sul campo certe opportunità. La Juventus, probabilmente, non ha ritenuto necessario questo passaggio e ha fatto una scelta di famiglia conoscendolo bene. Avranno chiaramente fatto le loro valutazioni, ma noi tecnici e dirigenti che abbiamo vissuto il calcio attraverso la gavetta fatta di sacrifici, gioie e delusioni, per ottenere ogni piccolo step in avanti abbiamo sempre dovuto lavorare tanto. Credo che a Pirlo questo tipo di percorso gli venga un po’ a mancare, anche se ha vissuto esperienze importanti da calciatore sia nelle squadre di club sia in Nazionale. Fare l’allenatore è una cosa diversa, ma gli auguriamo tutti di far bene perché ha questa grande opportunità ed è giusto che se la giochi al meglio per il bene del nostro calcio. Milan? Non sono stato così tanto sorpreso perché avevo già visto qualcosa di significativo sul piano corale e dell’organizzazione anche nel finale della scorsa stagione, poi da quanto è arrivato Ibrahimovic i giocatori si son scrollati di dosso certe paure e certe remore, hanno superato la sindrome di San Siro e li ho visti più freschi e brillanti mentalmente. Una squadra più intraprendente, la riconferma di Ibra ha fatto si che il Milan ripartisse da dove si era fermato grazie anche a innesti giovani importanti. Ieri hanno perso una brutta partita (0-3 contro il Lille in EL), ma può starci dopo 24 gare ad altissima intensità. La formazione di Pioli è una squadra con grandi individualità tecniche che potrebbe importi almeno tra le prime quattro e quindi giocarsi un posto in Champions League. Scudetto? La Juventus è in una fase di rinnovamento, alla ricerca di equilibri diversi e con un assetto difensivo da registrare, qualcosa che alla lunga potrebbe pagare caro. Ha qualche lacuna e può avere delle crepe, mai come quest’anno ci potrà essere la possibilità che una squadra diversa dai bianconeri possa trionfare. Ci sono Milan, Napoli e direi anche Atalanta, da bergamasco non nascondo che ci spero: poi c’è l’Inter che adesso ha una struttura d’esperienza avendo puntato sull’immediatezza e non sul futuro. Tutti ci auguriamo che possa accadere perché siamo un po’ stanchi del solito ritornello. Futuro? A me manca il campo, ho 66 anni ma sono convinto che anche noi allenatori esperti avremmo ancora qualcosa da dire. In questo momento sono in attesa di quella chiamata che stenta ad arrivare, magari quest’intervista mi porterà bene…”


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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