ROMA – “Ero in un bar a Roma e quasi stavano per uccidermi”. Parole di Daniel Pablo Osvaldo, ex della Roma e della Juve e attaccante del Banfield, che intervistato da TNT Sport, ha rivelato alcuni retroscena della propria esperienza nella Capitale: “Poi – ha aggiunto – ho chiesto a Totti e De Rossi di accompagnarmi per sistemare le cose, non sono stupido. Totti? Gli dicevo che per me era cornuto, non poteva essere così perfetto. Una bella faccia e senza entrare in dettagli, ben dotato intimamente. Era il miglior calciatore con cui abbia mai a giocato. Aveva solo pregi: per dire, nemmeno l’alito cattivo. E sua moglie…Qualcosa di brutto doveva pur averlo, no? Ma in realtà no, non aveva neanche le corna”.
“Prandelli? Spero che passi male la quarantena”
Sassolino nella scarpa per la mancata convocazione da parte di Cesare Prandelli per il mondale: “Nelle qualificazioni avevo fatto 6-7 gol. Ero il totlare, avevo la 10 ma mi lasciò fuori visto che i giornali gli dicevano che io ero argentino e andava convocato qualcun altro. Spero stia passando male la quarantena. Quando mi chiamò per andare al Galatasaray gli dissi che non avrei accettato neanche per 50 milioni. Il brutto è che la mancata convocazione l’ho scoperta dai giornali, neanche mi ha chiamato. Ci sono rimasto malissimo, sono finito a piangere, volevo morire perché meritavo di andare in Brasile”.