ROMA – Il direttore sportivo della Gianluca Petrachi smentisce le voci di un possibile addio di Nikola Kalinic a gennaio. “Siamo contenti di lui, è un calciatore che si sta ritrovando e lo notiamo giorno dopo giorno in allenamento. Siamo convinti che nel girone di ritorno ci darà tante soddisfazioni. I nomi che si fanno non sono veri perché Nikola, per quanto ci riguarda, non è sul mercato“, ha assicurato in una intervista rilasciata al sito ufficiale del club. “Credo che il mercato di gennaio sia sempre di riparazione e non di rivoluzione. Non è semplice. In questa stagione, in un momento di grande emergenza, ci siamo guardati attorno per cercare qualche svincolato, ma era un momento delicato e ci mancava solo che mi mettessi gli scarpini io a cinquant’anni. È difficile migliorare la nostra rosa in questa fase – ha evidenziato il dirigente giallorosso – Noi crediamo moltissimo nel nostro gruppo. E credo che a gennaio ci saranno pochi movimenti. Poi se qualcuno, poco contento, vuole cercarsi qualche chance per andare a giocare da un’altra parte, lo prenderemo in considerazione“. Ha fatto nuovamente capolino a Trigoria invece Bruno Peres. “Lo conosco bene. L’ho preso io a Torino. Lui sa giocare a calcio. Deve ritrovare quella fame, quell’umiltà che forse ultimamente aveva perso. La mia idea condivisa con Paulo (Fonseca, ndr) è di dargli una seconda chance, perché a tutti si concede nella vita. Deve ritrovarsi come uomo. Tutti possiamo sbagliare – ha evidenziato – Negli anni in granata si è visto il vero Bruno Peres e io ero lì, so come ha fatto a rendere. Lui ne è consapevole: gli daremo una possibilità e la prima volta che sbaglia è a casa“.
I primi bilanci di Petrachi
“Stiamo lavorando tanto, ma c’è ancora tanto da fare. Dobbiamo continuare su questa strada e migliorare. In questi mesi, però, ho capito che qui c’è terreno fertile per lavorare – ha aggiunto Petrachi tracciando un bilancio di questi primi mesi – Qui c’è la possibilità di fare e di incidere nello spazio di azione che ognuno di noi ha per le proprie competenze. E questo per me da direttore sportivo è molto importante“. L’ex dirigente del Toro ha parlato anche del rapporto con Fonseca. “Sono rimasto più sorpreso dalla sua gestione della pressione. In un certo periodo della stagione abbiamo avuto tanti infortuni nello stesso momento. E chiunque sarebbe andato in difficoltà, figuriamoci un allenatore appena arrivato nel nostro campionato. Ho letto interviste su altre squadre, nelle quali se mancavano uno o due interpreti sembrava ci fosse la fine del mondo – ha ricordato – A noi sono mancati anche sette titolari contemporaneamente. La vera forza di Paulo è stata la capacità di adattamento. E l’invenzione di Mancini a centrocampo ne è la testimonianza. Che margini di crescita ha questa squadra? Tanti calciatori devono crescere, soprattutto nel ritrovare la condizione migliore, anche perché con molti di loro siamo incappati in alcuni problemi fisici frutto della sfortuna. Solo così si può trovare la continuità in una squadra. Noi abbiamo cambiato formazione ogni partita e storicamente le squadre che raggiungono obiettivi importanti sono solite mantenere sette o otto titolari fissi. Dovremmo rendere ancora più coeso questo gruppo, facendogli guadagnare ancora più autostima, che ti arriva di pari passo con le prestazioni. Se crescessimo da questo punto di vista, magari facendo qualche altro risultato importante in match cruciali del campionato, arriverebbe la consapevolezza di potercela giocare con chiunque“.
Petrachi ricorda gli anni al Torino
La Roma ripartirà dopo la sosta natalizia contro il Toro, l’ex squadra di Petrachi. “Ho vissuto nove anni bellissimi. Ho dato tanto per il Toro, sono invecchiato anche fisicamente lì perché tenevo tantissimo a quei colori. Ed è stata una grande scuola. Aver vissuto quelle difficoltà ti aiuta per far bene in una piazza come Roma, perché se non hai vissuto certe situazioni qui rischi di essere sbriciolato. Lì ho lasciato tanti giocatori e sarà emozionante rivederli. Forse mi emozionerò di più al ritorno, perché sarà come tornare in una vecchia casa – ha ricordato – Dopodomani, però, subentrerà la professionalità. Non amo perdere, sono ambizioso. La sconfitta la vivo malissimo. Spero che domenica i nostri giocatori non sbaglino l’approccio alla partita“.