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Qual è la forza segreta della Dea

Gasperini, certo. E, di sicuro, il suo calcio totale, mandato a memoria da un gruppo di giocatori che si diverte a spostare i propri limiti sempre più in là. Per non dire della solidità del club dei Percassi che vanta quattro utili consecutivi di bilancio, un fatturato record, si è comprato lo stadio e ha investito più di 50 milioni di euro nel centro sportivo, di proprietà pure quello. Eppure, per scoprire quale sia la forza segreta dell’Atalanta, fra oggi e domani saltabeccante dal sorteggio Champions alla grande sfida alla Juve, bisogna leggere le prime strofe di «Rinascerò rinascerai». E’, questa, la canzone che Roby Facchinetti ha scritto per Bergamo nei giorni tremendi del Coronavirus. E’ diventata l’inno della Dea. Dopo la ripartenza del campionato, Antonio Percassi ha voluto venisse suonato al Gewiss Stadium ogniqualvolta vi giocano i nerazzurri. «Rinascerò/ Rinascerai/ Quando tutto sarà finito/Torneremo a riveder le stelle/Rinascerò/Rinascerai/ La tempesta che ci travolge/ Ci piega ma non ci spezzerà/ Siamo nati per combattere la sorte/ Ma ogni volta abbiamo sempre vinto noi/ Questi giorni cambieranno i nostri giorni/ Ma stavolta impareremo un po’ di più». Seimila sono stati i bergamaschi uccisi dal Covid, 672 dei quali nel solo capoluogo. E nessuno riuscirà mai a cancellare dalla memoria collettiva le immagini dei camion dell’Esercito che portavano in Emilia le salme di chi non poteva essere cremato nel cimitero della città: i morti erano troppi, le bare non ci stavano più nella chiesa del Monumentale. Durante il confinamento, i nerazzurri sono rimasti all’ombra di Città Alta e tutti hanno condiviso la tragedia che si è abbattuta sulla Bergamasca del bergamasco Mattia Caldara. La rosa di Gasperini conta 6 italiani, 2 argentini, 2 colombiani, 2 croati, 2 olandesi, 2 tedeschi, 1 albanese, 1 belga, 1 brasiliano, 1 francese, 1 gambiano, 1 ivoriano, 1 sloveno, 1 svizzero, 1 ucraino: ognuno di loro ha in tasca un secondo passaporto, la targa è BG. Dice bene, Gian Piero Gasperini: «Mercoledì, per la prima volta dopo 137 giorni, nessun paziente affetto da Covid è stato ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII. Ecco il vero scudetto di Bergamo. Ciò che è successo in questa terra ha unito ancora di più la squadra all’ambiente in cui essa vive. Siamo stati tutti coinvolti e, tutti, in corpo abbiamo la voglia di rinascere cantata dal nostro nuovo inno. Questo spirito sarà ancora più vigoroso quando giocheremo in Champions». La sofferenza rende più forti, aiuta a curare le cicatrici dell’anima, anche se Bergamo sa che le sue non guariranno maii. Ma questa Atalanta è un simbolo della resilienza di un popolo che non si è arreso. Per questo, la Dea vola.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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