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ROMA – All’interno della trasmissione “Quelli della Libertà, sbarcata su Radiosei e in onda dal lunedì al sabato dalle 18:00 alle 20:00, è intervenuto l’ex CT della Nazionale italiana Cesare Prandelli. L’allenatore ha sollevato diversi temi, dal rapporto di Immobile con Mancini fino a rievocare il passato. Nel corso della sua carriera l’ex tecnico, tra le varie della Fiorentina, è stato molto vicino ad allenare la Lazio. Tuttavia il complicato modo di fare di Claudio Lotito ha fatto saltare la trattativa:
“Sono pronto per tornare ad allenare un club, probabilmente dopo anni di nazionale sono rimasto un po’ fuori dal giro. Non faccio polemiche. Immobile è un giocatore molto forte, straordinario, ma secondo me deve giocare solo in avanti. Crea spazi, attacca la profondità, probabilmente se affiancato da un’altra punta può essere limitato. Non so se è un caso simile a quello di Di Natale con la mia nazionale, ma una spiegazione può essere questa. Cosa è accaduto con Lotito? Sono stato chiamato, mi aveva detto che sarei stato chiamato a determinate condizioni. Sono stato tutto il pomeriggio con Lotito, poi con Tare ed il segretario. Lotito mi disse che sarei stato un suo allenatore dopo che io gli chiesi come mi sarei dovuto comportare con altri due club che erano interessati. Mi ha tenuto fermo 20 giorni e poi fece altre scelte, facendomi perdere le altre opportunità. Da lì mi è venuta voglia di andare all’estero. Mi piacerebbe capire cosa sia accaduto, ma ormai sono passati anni, quel che è stato è stato. Il punto di forza della Lazio oggi è che sta lavorando da anni con lo stesso gruppo. Inzaghi non è stato schiavo di un sistema di gioco, è riuscito a far coesistere 3-4 giocatori di qualità sopra la media. Forse un punto debole possono essere le alternative. Forse non sono sempre all’altezza dei titolari. Allenatore o selezionatore? Più facile fare il tecnico di club, hai la squadra a disposizione tutti i giorni, puoi migliorarti sul campo. Non so perché Balotelli non abbia una squadra ora, ho speso già molte parole. Con noi non aveva creato nessun tipo di problema, magari poi la sua concentrazione non è stata solo sul campo ed il calcio”.