ROMA – Il gioiello della Roma Nicolò Zaniolo ha commentato a Sky Sport il suo progressivo recupero dall’infortunio al legamento crociato: “Sto molto bene, sono migliorato dal giorno in cui mi feci male. Non è che la mia vita sia cambiata molto da quel giorno, il ginocchio risponde bene e spero di continuare così”. Il numero 22 giallorosso commenta l’immediato post Juve, la gara nella quale il ginocchio fece crac: “Non nascondo che i primi 2-3 giorni ho fatto fatica a carburare: per me è stata una doccia fredda, mi sono subito accorto che era un problema grave. Adesso ho metabolizzato tutto e penso solo a recuperare, lo sto facendo e devo continuare così”.
Quando gli chiedono se a fine maggio si aggregherà al gruppo di Fonseca, Nicolò lascia trapelare ottimismo: “Ora siamo al terzo mese e non so bene le dinamiche. Io penso che sia meglio un giorno in più che un giorno in meno, devo stabilizzare il ginocchio al 100%, poi se ci sarà l’occasione sarò felice di chiudere il campionato giocando. L’infortunio mi ha insegnato molte cose: mi dicevano che sarebbe servito per crescere ed è la verità. Ti fa mettere sul tavolo le cose importanti, sto curando le cose nei minimi particolare per tornare meglio di prima. Mi ha insegnato a stare attento ai dettagli”. Zaniolo parla poi dell’importanza di alcuni tecnici: “Di Francesco mi ha inserito tra i grandi e mi ha fatto capire come funziona tra i grandi e quanto sia importante il lavoro settimanale. Devo tanto a lui come a Mancini che ha creduto in me convocandomi senza mai una partita tra i professionisti. Quando mi ha convocato in Nazionale non ci credevo, vedevo il mio nome e pensavo fosse un errore. Non avevo fatto nulla e non mi sembrava vero. Il primo giorno a Coverciano ero come un bambino al parco giochi”. Emergere per Zaniolo è stato complicato: “Io venivo dal settore giovanile alla Fiorentina, erano la mia famiglia. Avevo amici nella squadra e mi hanno scartato. Sono andato all’Entella, ma anche lì facevo fatica e non giocavo. Scartato da una parte ed in panchina dall’altra non ce la facevo. Mio papà mi ha detto di fare una settimana a mille e di vedere. Da lì è partito tutto e lo devo ringraziare. La trattativa con la Roma è iniziata dopo il mio percorso in Primavera con l’Inter. Nelle mie intenzione era di andare a giocare con i grandi. Di certo non mi aspettavo la chiamata della Roma. E’ stato tutto molto casuale. Mi è arrivato un messaggio di mio padre che mi chiedeva se fossi pronto per partire per Roma il giorno dopo”.
Con Roma è nato subito un rapporto fantastico: “Ho trovato una città fantastica che è in grado di amarti, che gioca e vive di calcio. Una società unica. Ho trovato persone fantastiche, vivo benissimo, ho trovato anche la fidanzata. Devo tantissimo a Roma, se non tutto. Quando ho subito l’infortunio all’ospedale c’erano tantissimi tifosi pronti a venirmi a salutare, tantissimi i messaggi. C’è un ragazzo che da quando mi sono fatto male mi scrive i giorni che mancano al rientro. Sto facendo tanto per questa città ma anche i tifosi stanno facendo tantissimo per tirarmi su il morale anche quando è dura”. La figura di Totti potrebbe spingere Zaniolo a diventare una bandiera romanista: “Totti è l’idolo, il simbolo di Roma. Lui e De Rossi sono simboli che difficilmente si possono eguagliare. Mi piacerebbe diventare una bandiera della Roma, ma ora non devo pensare a questo ma a rientrare, a giocare e a divertirmi. Questo è il mio obiettivo, se succederà succederà. Se ho chiesto la 10? No, la mia maglia è la 22″. Nicolò racconta poi il primo incontro con Fonseca: “Ero reduce dall’Europeo Under 21 e sono arrivato qualche giorno dopo la squadra. Ho subito avuto il feeling giusto con lui, mi sono subito messo a sua disposizione. E’ una persona fantastica, sia come persona che come allenatore, è preparato e dice in faccia tutte le cose che pensa. E’ il mister adatto alla Roma e al nostro gruppo”. Sul suo ruolo ideale: “Non avevo mai fatto l’esterno, ma ora mi trovo molto bene perché sono sempre fronte alla porta e sono in grado di puntare l’uomo. Lo sto migliorando e credo di migliorare ancora. La mezz’ala mi piace molto farla, perché sono nato lì, ma anche il trequartista. Ora preferisco l’esterno destro”.