TORINO – Non è dato sapere se sabato sera tifasse per l’Inter o per il Napoli, in vista della finale di dopodomani. Questioni di cuore e testa, sentimenti e tattica, si incrociavano dentro di lui. Alla fine il destino lo pone di fronte al suo passato per costruire un pezzo fondamentale del suo futuro. Juventus-Napoli di mercoledì è più di una finale per la squadra bianconera e il suo tecnico. Lo strano modo con cui si svolge questa stagione rende la partita, con cui si assegna il trofeo nazionale, uno spartiacque fondamentale. Il virus aveva interrotto la Juventus in una fase cruciale della rivoluzione sarriana: contro l’Inter l’8 marzo si erano visti segnali molto incoraggianti sotto il profilo del pressing, della gestione del pallone, della costruzione del gioco. La aveva sconfitto i nerazzurri in modo molto convincente e Sarri aveva intravisto il futuro. Poi il lockdown ha letargizzato tutto e venerdì il tecnico di Figline ha ritrovato una Juventus incoraggiante per mezzora, quella a cui si aggrappa per nutrire ottimismo in vista dei prossimi due mesi.
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