VERONA – “Noi siamo per la ripresa del campionato. Ci piacerebbe giocare. Il taglio degli stipendi ai calciatori? Ci vuole buonsenso da parte di tutti, i giocatori ce l’avranno e si discuterà anche di questo al momento opportuno”. Ricette ideali per fronteggiare la crisi che incombe anche sul mondo del calcio non ce ne sono: però il presidente del Verona, Maurizio Setti, prova a indicare una strada per la Serie A, bloccata come tutto il Paese per l’emergenza coronavirus, per la possibile ripresa e la necessità che ognuno faccia la sua parte anche sul fronte economico. Giocatori compresi.
“Il piano ‘salva calcio? C’è da fare di più ma è chiaro che tutte le cose andranno fatte passo dopo passo. L’importante – precisa all’ANSA il numero uno gialloblù – è cercare di mettere in sicurezza tutto e finire il campionato”. Sull’ipotesi di una Serie A a 22 squadre (già definita ingestibile anche dal presidente della Figc, Gabriele Gravina), Setti è categorico: “Non è giusto. Ci sarebbero cause infinite e sarebbe anche poco corretto nei confronti di chi sta sotto e ha speso soldi per salire”. All’orizzonte un altro nodo non da poco, il rischio di una battaglia con le pay-tv sulla tranche di pagamenti alla Lega che potrebbe saltare a causa dello stop al campionato: “E’ un momento di difficoltà generale – conclude Setti – non ci può essere un vincitore. Ci deve essere una sofferenza per ognuno e cercare di fare sistema”.