Il primo cittadino e tifoso della Dea: “Il nostro attimo di normalità in un periodo in cui nulla sembra avere senso. Ma se vinciamo, siamo responsabili: niente accoglienze alla squadra o adunate”
Mandare a casa qualcuno, in gergo sportivo, significa infliggergli una solenne batosta, eliminarlo da una competizione. Essere spediti a casa è una delle paure più grandi per un tifoso, perché vuol dire che la propria corsa finisce, il sogno di andare in fondo a una coppa, a una competizione, svanisce. Oggi, paradossalmente, saremo tutti a casa.