Il fattore-campo sparirà per un mese: dati alla mano, ecco chi potrebbe soffrirne di più
E porte chiuse furono. Tardiva ma inevitabile, la decisione è arrivata: per qualche settimana niente più tifosi, niente più cori, niente più coreografie, niente più primi piani di felicità, di tensione, di passione. Al loro posto il surreale effetto-acquario di stadi pieni solo virtualmente (specialmente in quegli stadi con i seggiolini colorati per dare l’illusione di un pubblico), i rumori di pali e traverse, fischi arbitrali nitidissimi, le voci dei giocatori che dovranno fare ancora più attenzione a misurare le parole (il recente caso del leccese Donati, colto dalle telecamere in una partita peraltro a porte apertissime, potrebbe fare ancora più giurisprudenza).