ROMA – Sulle polemiche a distanza con la Juventus, non ha risparmiato un’altra stoccata ai bianconeri: “La è stata la prima società in assoluto a fermarsi e una delle poche società che ha rispettato dall’inizio alla fine tutte le ordinanze – le parole del direttore sportivo biancoceleste a Sky – nessuno ha lasciato Roma, mentre mi risulta che altre squadre hanno ancora giocatori fuori dal Paese. Non sta a me giudicare, ma un pensiero posso permettermelo“. Per quanto riguarda la ripresa di questo campionato, Tare ha detto: “Sento dire che il ministro dello Sport potrebbe decidere di fermare il campionato, ma non è nelle sue competenze. La Fifa e la Uefa hanno spiegato bene che i tornei devono finire anche entro l’anno solare. E’ importante finire questo campionato, anche ripartendo a settembre, perché sarebbe da esperienza per gestire quello dopo“.
Tare: “Scudetto? E’ una parola grossa”
Il ds laziale ha spiegato la posizione del suo club in questo momento particolare: “La comunicazione? Siamo stati aggressivi perché bisogna considerare i danni importanti per il calcio in Italia. La lotta scudetto? Mancano 12 partite, è una parola grossa. Prima dello stop siamo stati lì, ma non è detto che alla ripresa riusciremo ancora ad esserci“. Nei prossimi giorni riaprirà il centro sportivo di Formello: “Ripartiremo mercoledì, forse anche prima se riusciamo a fare i test – ha detto Tare – i giocatori non vedono l’ora, volevano sempre notizie e non ce la facevano più anche a livello psicologico. E’ molto importante avere segnali di apertura e quando ieri è uscita questa ordinanza della Regione Lazio (che permette gli allenamenti in forma individuale, n.d.r.), nella nostra chat, abbiamo festeggiato“.
Tare e la Juve: “Ora la musica è cambiata”
Sulla battaglia sportiva con la Juve Tare ha sottolineato: “Per anni ci hanno sempre messo in difficoltà, partivamo sempre sotto 0-1. Negli ultimi 3-4 anni invece la musica è cambiata. Abbiamo capito che si può fare, soprattutto in questa stagione mi ha fatto molto piacere la vittoria della Supercoppa per il modo in cui abbiamo approcciato e giocato la partita: i nostri giocatori sapevano dall’inizio che avrebbero vinto“. Poi si è soffermato sul futuro del pezzo pregiato Milinkovic Savic, spesso accostato anche alla Juve: “E’ questione di cicli, se un giocatore sente che il ciclo è chiuso può anche provare un’altra esperienza, non c’è niente di male. Abbiamo visto che pure altre squadre hanno venduto pezzi da novanta e sono rimaste competitive. E’ rimasto cinque anni a Roma perché ha un legame importante con città e società. Quando c’è stato qualche tentennamento, un po’ per volontà nostra e anche per volontà sua, non siamo andati fino in fondo. Ora le cose verranno valutate a fine stagione”.