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Torino, in panchina spunta Giampaolo

E’ da più di 10 anni che Urbano Cairo pensa a Marco Giampaolo. E che ci pensa con grande attenzione, soppesandone la figura, le caratteristiche di allenatore. Precisamente, dalla stagione 2007-2008. Era alla sua terza stagione da presidente, Cairo. Aveva cominciato la sua avventura (vogliamo definirla così?) nel 2005-2006 con Fabrizio Salvatori ds: costruendo in quattro e quattr’otto, grazie a lui, a Gianni De Biasi e all’avvocato Gianni Trombetta una rosa di giocatori agguerrita, per quanto messa assieme in appena 2 settimane. Una squadra capace, appunto con De Biasi, di volare immediatamente in serie A. Un’impresa. Una grande impresa. Ma poi Salvatori fu subito cacciato: primo di una lunga serie, tra ds ( sarà il 7° direttore sportivo ingaggiato da Cairo) e allenatori (Moreno Longo è il 12°).

Ebbene, dopo Salvatori e dopo il suo successore Doriano Tosi, anche lui durato appena un anno, arrivò al Torino un tandem di dirigenti, nell’estate del 2007: l’ex procuratore Stefano Antonelli (ma con l’incarico di amministratore delegato) e Fabio Lupo (ds). E Antonelli, per esperienza professionale, ad Ascoli aveva conosciuto a lungo e perbene il modo di lavorare di quel giovane allenatore di nome Giampaolo Marco da Bellinzona, Svizzera, poi approdato al Cagliari, nel 2006. Fosse stato per lui, per Antonelli, Giampaolo sarebbe arrivato al Toro non appena possibile, e in carrozza. Ma per un insieme di ragioni quel matrimonio mai si fece. Però si potrebbe celebrare nel prossimo futuro: ecco la svolta. Nel prossimo futuro, sì. Dopo che Cairo era tornato a pesare l’opera e il carattere di Giampaolo più volte, in tutti questi anni: valutando ripetutamente il suo profilo sia prima dell’ingaggio di Gian Piero Ventura (2011) sia dopo la sua partenza (2016).


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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