TORINO – Due colpi in uno: il Toro continua a tessere la tela attorno a Joao Pedro, trequartista del Cagliari con vocazioni da attaccante puro che, prima dello stop, aveva segnato 16 reti in 25 gare di campionato. Sarebbe un acquisto importante di per sé, quello del brasiliano, ma anche un innesto in grado di aiutare chi, in granata, fino a questo momento ha reso ben al di sotto delle aspettative. Chiaro il riferimento a Simone Verdi, tanto deludente nella sua seconda esperienza in granata, la prima attraversata con i galloni da titolare, quanto potenzialmente decisivo, per le sorti del Toro. Non è diventato un brocco d’incanto, l’ex del Napoli, però non ha saputo trovare dentro sé le risorse mentali per uscire dal coro, quanto mai stonato, messo in scena dal Toro di Mazzarri (e parzialmente di Longo). Sarebbe però servita una personalità fuori dal comune, per brillare in una squadra gradualmente privata di ogni energia. Gli stessi Belotti e Sirigu, che con Ansaldi restano gli unici del lotto ad aver messo in campo qualcosa in più degli altri, nell’ultima fase del campionato hanno mollato la presa. Anche i tempi, non lo hanno aiutato: preso all’ultimo e con alle spalle una preparazione fiacca al Napoli (promesso sposo granata dall’inizio del mercato estivo, è stato poi preso agli sgoccioli del medesimo), ha pagato la totale assenza dal ritiro mazzarriano. Mazzarri che, complice l’infortunio di Iago Falque che ha tremendamente complicato i piani tattici, ha promesso a Verdi la posizione di esterno offensivo, salvo utilizzarlo regolarmente in posizione centrale. Spesso con compiti da mezzala aggiunta. Trovarsi nel Toro 2018-19 lo avrebbe forse caricato, gli avrebbe consentito di ritagliarsi comunque la giusta posizione in campo e, grazie all’autostima di gruppo, gli avrebbe fatto girare le gambe più di quanto la sua condizione fisica gli consentisse.
Reparto da 50 gol
Il discorso, però, ha il risvolto opposto della medaglia. Innanzitutto c’è una stagione da finire (se inizierà e se sarà portata a termine), e poi un’annata da preparare. Sempre che il Toro eviti la B con una conseguente dipartita generale, Verdi potrà impostare la prossima Serie A fin da subito in granata, con tutti i benefici del caso. Quanto insomma non si è fin qui concretizzato, potrà materializzarsi nel 2020-21: un Verdi ai livelli di Bologna (10 gol e altrettanti assist, nel 2017-18). Dove, con Donadoni allenatore, giostrava da esterno offensivo nel tridente, con Petkovic e soprattutto Destro punta centrale, e Palacio o Di Francesco sulla corsia opposta. Una soluzione che potrebbe essere replicata, nel Torino: Belotti punta centrale, con alle spalle del Gallo appunto Verdi da una parte e Joao Pedro dall’altra. Un reparto piuttosto offensivo, ma bilanciabile sia nel 3-4-3 che nel 4-3-3, e da potenziali 50 reti a stagione. […]