Il quartier generale è a Milano, ma da un anno Claudio Vigorelli ha un ufficio anche a New York: «La Mls americana mi ha sempre intrigato – racconta il 57enne procuratore – e poi ho voglia di allargare gli orizzonti e provare nuove esperienze». Il campo principale resta l’Europa: nei salotti della Premier è di casa e in Italia, dopo gli anni d’oro con i vari Abbiati, Brocchi, Storari, Stankovic, Eto’o…, ha avviato un nuovo ciclo. Se il romanista Nicolò Zaniolo è la stella più luminosa della sua scuderia, lo juventino Gianluca Frabotta è la novità del momento.
Quando ha capito che Frabotta sarebbe stato confermato nella Juventus di Pirlo?
«A luglio, quando Pirlo sembrava dovesse allenare la seconda squadra, la Juventus ha rifiutato tutte le offerte di prestito dalla B. Frabotta è un freddo, il suo debutto mi ha ricordato quello di Santon nell’Inter di Mourinho. L’importante è che continui a lavorare con questa serietà. Gli impegni dei bianconeri sono tanti e sono convinto che si possa togliere delle soddisfazioni con questo atteggiamento».
A lei chi ricorda Frabotta?
«Diciamo che, come stile di laterale sinistro, rivedo un po’ Fabio Grosso: buon piede, bella gamba, bravo a spingere. Con i paragoni, però, andiamoci piano: Grosso è campione del mondo, mentre Gianluca è soltanto alla terza presenza in Serie A».
Prima del doppio infortunio al ginocchio, si è parlato spesso anche di Zaniolo per i bianconeri: quanto è stato vicino?
«Per Nicolò si erano interessati tutti i top club, non solo la Juventus. Poi l’infortunio, il Covid e l’avvento della nuova proprietà giallorossa hanno cambiato gli scenari (…)».
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