Alvise era una stella annunciata, un centrocampista moderno col senso del gol. Un infortunio gli ha tolto i sogni di glori, Dice il suo ex capitano: “Buon piede, corsa e duttilità. Grandi doti e grande sfortuna”
Non c’è nulla da capire in questa storia. E’ la solita storia del destino cinico e baro che si mette in mezzo. Nel caso, in una carriera che poteva essere di ben altra portata. Meteore nel calcio si nasce, perché il talento è tanto e la testa così così. Oppure ci si diventa, per aver varcato la porta sbagliata o perché la vita entra con un tackle molto duro. Come nel caso di cui narriamo, chiaro come l’acqua di sorgente. Qui non c’è un bad boy, una testa matta, l’irruzione di tentazioni fuorvianti. Qui c’è un ragazzo pieno di talento, ammirato, con un futuro radioso annunciato interrotto di colpo. Alvise Zago era una promessa del calcio italiano, cresciuto in quella miniera di talenti che era all’epoca il vivaio del Torino.