Esordio amaro per Walter Zenga che non riesce a cogliere punti al Bentegodi. Il Verona passa in vantaggio, raddoppia e conserva il vantaggio assorbendo la rete di Simeone reggendo anche in dieci contro undici. Quando l’espulsione di Cigarini ha restituito la parità numerica gli ospiti avevano già dato il massimo. Scaligeri lanciati verso l’Europa. Zenga deve guardarsi le spalle. Il tecnico analizza la sfida su DAZN.
IMPATTO – La sensazione è che il Cagliari non sia entrato con la testa giusta in campo. “Non si può iniziare una partita in questa maniera. Dopo cinquanta secondi prendi un tiro in porta, subisci gol evitabili. Poi ho visto solo cose positive. Siamo rimasti in partita, l’abbiamo riaperta e cercato di recuperarla. Siamo andati male in area di rigore, aspettando troppo il pallone. Serve un atteggiamento differente. Bisogna entrare subito in partita senza essere passivi nelle situazioni. Non è una questione fisica, la squadra ha corso. Non vado a caccia di scuse o alibi, ma questa squadra è orfana di Joao Pedro, Nainggolan e Oliva”.
PROSPETTIVE- Dopo aver sognato la Champions, è il momento di tornare con i piedi per terra: “Ci sta che a volte le cose non riescono come le prepari. A fine partita stavo ascoltando cosa si dicevano i calciatori in campo, ma ovviamente sono cose che resteranno fra di noi. Adesso dobbiamo essere arrabbiati. Questa squadra rifiuta sempre la sconfitta, ma serve un po’ più di cattiveria. Non possiamo regalare venti minuti agli avversari. Si riparte da Ferrara dove mi aspetto un approccio diverso. Dobbiamo incarnare la famosa frase aiutami per aiutarti”.
DEDICHE – Un ultimo ricordo per Corso: “Un totem. Mi ha allenato quando ero all’Inter per qualche mese quando ho sostituito Castagner. Il fatto che non ci sia più è un grande dispiacere per tutti, come lo è quello che è accaduto ad Alex Zanardi. A volte la vita è ingiusta. Lui però ha sette vite come i gatti. Spero di leggere presto notizie positive su Alex”.