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Anastasi, l'ex bomber della Juve avrebbe compiuto 72 anni

TORINO – Da tempo malato di Sla, è scomparso lo scorso 17 gennaio, lasciando un vuoto immenso nei cuori di tanti tifosi, juventini e non solo, che per anni hanno esultato in concomitanza dei suoi gol, autentico marchio di fabbrica. Ne segnò tanti il Pelè bianco, oltre 200, dal giallorosso della Massiminiana, il primo club nella “sua” Catania, in Serie D, al bianconero della (con 3 Scudetti nel palmares) e dell’Ascoli, passando per Varese, Milano (sponda Inter, con una Coppa Italia in bacheca) e Lugano, senza dimenticare l’azzurro della Nazionale italiana, con la quale si è laureato Campione d’Europa nel 1968 (siglando la rete del definitivo 2-0 nella ripetizione dell’ultimo atto contro la Jugoslavia), saltando tuttavia per infortunio il Mondiale di Messico 1970, perso poi in finale col Brasile.

72 anni fa nasceva Pietro Anastasi

Nato da una famiglia operaia nella zona industriale di Catania il 7 aprile 1948, Anastasi, grande tifoso della Juventus, crebbe col mito di John Charles. Esordì ad appena 16 anni in Serie D con la Massiminiana, conquistando una storica promozione in ed attirando le attenzioni del Varese, con cui ottenne al primo anno di cadetteria il grande salto nel massimo campionato italiano. Le 11 reti al debutto in A gli valsero la chiamata dell’Inter, con la quale disputò un’amichevole di fine stagione a San Siro contro la Roma: qualche esitazione nella definizione dell’accordo spianarono la strada al blitz di Gianni Agnelli, che staccò un assegno da 650 milioni (che lo resero di fatto l’acquisto più oneroso al mondo nel decennio di riferimento), più una fornitura di compressori di frigoriferi. La prima in bianconero è datata 29 settembre 1968, un 3-3 con l’Atalanta in cui si presentò con una doppietta: è appena nato un connubio che lo renderà il settimo miglior bomber della storia del club piemontese con 130 marcature, 132 considerando le due messe a segno nel Trofeo Armando Picchi, antesignano della Supercoppa Italiana e chiuso al terzo posto, in otto anni di militanza. Alzerà al cielo 3 Scudetti, nel 1972, nel 1973 e nel 1975, perdendo invece una finale di Coppa dei Campioni, una di Coppa Intercontinentale, una di Coppa delle Fiere ed una di Coppa Italia (competizione che vincerà nel 1978 alla sua seconda ed ultima stagione con l’Inter). Chiuderà quindi la splendida carriera con le maglie di Ascoli Lugano.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-b


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