BENEVENTO – Il presidente del Benevento Oreste Vigorito, intervistato da Sky Sport, ha analizzato l’eventuale ripresa dei campionati una volta risolta l’emergenza Coronavirus: “In un’intervista circa 3-4 settimane fa quando non si ipotizzava nulla, se non delle voci di corridoio, dissi che il calcio venga visto come un’azienda, non solo come sport. Il calcio ha tre fenomeni: quello economico, quello sociale e quello finanziario. A quello sociale crediamo di adempiere. Per quanto riguarda quello economico, il calcio è sostenuto dai presidenti delle società e i presidenti guarda a caso sono anche degli imprenditori. Per cui questa crisi economica toccherà anche le aziende calcio. Non l’azienda che fa il calcio ma l’azienda che mantiene il calcio. Se si pensa di chiudere dalla sera alla mattina la saracinesca del negozio, è chiaro che dentro rimarranno i prodotti che andranno in scadenza”.
Vigorito parla anche della possibile riduzione degli stipendi: “Non pensiamo che si possa tagliare con una percentuale che poi dobbiamo applicare. Il diritto sulla rinuncia al salario è soggettivo, presuppone un rapporto che deve essere fra la società e il giocatore. Ci sono calciatori ad inizio carriera che guadagnano un tot, ci sono calciatori a fine carriera che guadagnano un tot e calciatori che stanno in mezzo alla carriera che hanno anche una valutazione di mercato. E’ il momento di delegare una commissione generale condivisa da tutte le leghe, prendere per mano i calciatori e gli agenti e spiegare loro quello che si deve fare. Le aziende che sostengono il calcio dovranno fare i conti con la crisi, tutte quelle devono continuare a sostenere il calcio. Per fare questo dobbiamo tutti dare il proprio contributo, così come paghiamo le tasse: in maniera propoporzionale. Si può applicare un tot per cento ad un calciatore che guadagna 3-4.000 euro al mese, pssia la realtà di molti? Certamente no. Lunedì ci sarà un’assemblea di Lega dove verrà fuori credo una direttiva di carattere generale, una legge quadro, all’interno della quale ci saranno dei parametri massimi e minimi stabiliti dove ogni direttore sportivo o presidente dovrà fare il massimo del suo lavoro con la propria realtà calcistica”.