MONZA – Due anni in serie C e due promozioni, una con la Virtus Entella e una con il Monza. Dany Mota è garanzia di successo per chi lo ha in squadra e Adriano Galliani, da grande uomo mercato, ha capito che il portoghese, prelevato dalla Juventus, aveva quel qualcosa in più che poteva fare la differenza all’interno dello scacchiere tattico di Cristian Brocchi. 26 presenze in stagione con 9 gol e 5 assist sono un buon bottino per chi, nella stagione 2020-21, avrà ancora il peso dell’attacco della formazione brianzola sulle spalle. L’obiettivo del Monza di Silvio Berlusconi è chiaro: andare in Serie A e questo, Dany Mota, lo sa bene.
Com’è stato vincere il campionato in maniera così imperiosa?
“Era l’obiettivo di inizio anno quello di andare in Serie B. Abbiamo raggiunto l’obiettivo meritatamente. Da gennaio fino alla fine abbiamo fatto mesi straordinari, abbiamo festeggiato, ce la siamo goduta, ma adesso siamo già focalizzati su quelli che sono i nuovi target che il Monza deve raggiungere nella nuova stagione”.
Sente il peso della responsabilità che il Monza le ha dato?
“Certamente, ma è uno stimolo molto grande per me. Tutti contano su di me. Io so cosa devo fare e dovrò fare sempre meglio per vincere sempre. Mi prendo le mie responsabilità e sono contento di prendermele”.
La Juventus ha vinto il suo nono scudetto nel segno di Cristiano Ronaldo. Le ha già dato appuntamento per la stagione 2021-22?
“Innanzitutto voglio fare i complimenti alla Juventus per la vittoria del campionato. Dare continuità alle vittorie non è mai semplice. Sarebbe fantastico, tra due anni, poter sfidare Cristiano in Serie A con il Monza. Ma prima dobbiamo fare il nostro in Serie B”.
Cosa ha provato a rubargli in allenamento?
“Tutto quello che potevo. Lui è un idolo e lo ascoltavo tanto. Lui è una persona molto umile, dentro e fuori dal campo e mi ha fatto crescere molto. Ma c’è una cosa che mi ha sempre impressionato di lui”.
Cosa?
“La voglia di vincere sempre, anche le partitelle in allenamento. Vuole sempre fare gol e io devo trarre tutti gli insegnamenti possibili da questa sua mentalità per poter fare il mio dovere con il Monza. Gli attaccanti vivono di gol e lui, anche a 40 anni, sarà sempre così. Vorrà sempre di più, da sé stesso e dagli altri. E anche io devo volere sempre di più da me stesso. Solo così migliori”.