TORINO – Compie oggi 51 anni Gianluigi Lentini, uno dei più grandi talenti sfornati dalla cantera del Torino, della quale entra a far parte dopo un brillante provino nel 1979 per farne poi tutta la trafila, culminata con uno Scudetto Primavera ed un trionfo al Torneo di Viareggio. L’esordio con la prima squadra, in Serie A, arriva nel 1986-87, campionato nel quale collezionerà 11 presenze, tante quante nella stagione successiva. Dopo un anno vissuto da protagonista in B con la maglia dell’Ancona, fa ritorno, sempre in cadetteria, alla casa madre, contribuendo con 6 reti alla pronta risalita granata nella massima serie italiana, giocata da leader per ulteriori due annate, la prima conclusa con un sorprendente 5° posto ed il successo in Mitropa Cup e la seconda col 3° posto ed una finale di Coppa Uefa persa in maniera beffarda (per via dei gol in trasferta) con l’Ajax. Nell’estate del 1992 viene acquistato dal Milan di Silvio Berlusconi per la cifra record di 18,5 miliardi di lire, operazione che costerà all’ex presidente del Consiglio un processo (chiamato Processo Lentini) per il presunto pagamento di ulteriori 10 miliardi fuori bilancio (l’accusa cadrà poi in prescrizione).
Lentini, l’incidente che gli minò la carriera
Fresco di debutto in Nazionale, con la quale metterà insieme complessivamente 13 presenze, Lentini sbarca a Milano con un ingaggio da 4 miliardi annui e, pur con prestazioni altalenanti e qualche polemica da rotocalco per la sua particolarmente attiva vita extra-calcistica, contribuisce in maniera significativa alla conquista dello Scudetto (con 7 gol in 30 partite) e gioca titolare la finale di Coppa dei Campioni persa con l’Olympique Marsiglia. La notte del 2 agosto 1993, però, è di quelle che lo cambierà per sempre: rimane coinvolto in un pauroso incidente sull’autostrada Torino-Piacenza, dopo aver sostituito la gomma della sua Porsche con il ruotino e schiantandosi a quasi 200 km/h. Non sarà più lui. Conclude l’avventura in rossonero al termine della stagione 1995-96, festeggiando altri due titoli nazionali, una Champions (con un’altra finale persa, in cui fa il suo ingresso in campo a 5′ dal termine), tre Supercoppe italiane ed una europea. Una buona avventura all’Atalanta lasciava presagire il suo ritorno in auge, avvalorato dal rientro “a casa” in maglia granata. La terza esperienza col Torino lo vede protagonista per tre stagioni in Serie B, non mantenendo però le aspettative nell’ultima della sua carriera in A. Concluderà la sua avventura sul rettangolo verde indossando le casacche di Cosenza, Canelli, Saviglianese, Nicese e Carmagnola.