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Milan-Liverpool, le chiavi tattiche del match di Champions

Nonostante la prima esperienza in Champions del Milan di Pioli sia iniziata in maniera traumatica, i rossoneri sono incredibilmente ancora in corsa per la qualificazione all’ultima giornata. È bastata infatti una vittoria al Wanda Metropolitano contro l’Atletico Madrid per ribaltare la situazione: dall’ultima posizione alla speranza concreta di passare il turno, che passa anche per l’eventualità che il Porto non vinca contro i “Colchoneros”. La più immediata sarebbe il pareggio tra Atletico Madrid e Porto insieme alla vittoria del Milan, ma anche in caso di vittoria di Atletico e Milan con lo stesso punteggio, i rossoneri avrebbero la meglio. In tutti gli altri casi di vittoria di Milan e Atletico i margini sarebbero ancor più ridotti, poiché la sfida si giocherebbe sulla differenza reti (attualmente a favore del Milan, con -2 contro -3) e sui gol segnati in trasferta. Ma la gara è ovviamente ancora aperta anche per il terzo posto: se i rossoneri vinceranno o pareggeranno mentre il Porto batterà l’Atletico, allora sarà automatico, ma nel caso di sconfitta combinata di entrambe toccherà affidarsi nuovamente alla differenza reti, o addirittura al conteggio dei cartellini nel caso della combinazione 1-3 a Milano e 2-3 a Oporto.

Insomma, prima di affidare le proprie speranze all’esito complicato della partita dell’Atletico, il Milan non può prescindere dalla ricerca della vittoria contro una delle squadre più forti del momento, già certa del primo posto grazie alle cinque vittorie su cinque, nonché in piena lotta per il primo posto in Premier, dove viene da quattro vittorie consecutive con tredici gol segnati e appena uno subito. Lo strapotere del Liverpool si è visto bene nella partita di andata, in cui la squadra di Klopp è stata più dominante di quanto il risultato finale non dica nonostante l’assenza di due capisaldi come Van Dijk e Mané. I “Reds” hanno messo in difficoltà il Milan sotto ogni aspetto, a partire dalla costruzione dell’azione, circostanza che ha visto il Milan soffrire particolarmente il pressing intenso avversario.

Il Liverpool schermava le linee di passaggio verso i terzini avversari con le due ali, nell’occasione Jota e Salah, ma a dettare l’intensità del pressing era l’atteggiamento della punta centrale. Spesso nella partita di andata Origi iniziava a correre verso il centrale in possesso tagliando fuori la linea di passaggio verso l’altro centrale, mentre le due mezz’ali Henderson e Keita si sganciavano in avanti sui mediani rossoneri, Kessié e Bennacer. In altre occasioni, invece, il Liverpool teneva la punta più bassa, sul regista avversario, e cercava di forzare all’errore la costruzione avversaria spingendola a passare dagli altri centrocampisti o comunque dai giocatori che occupano le zone interne del campo. Questa particolare trappola di pressing è un classico del Liverpool di Klopp, che insomma può contare su diverse soluzioni per mettere in crisi la costruzione avversaria, mantenendo come comune denominatore l’intensità.

Se è vero che per il Liverpool non ci sarà nulla in palio e che probabilmente Klopp ne approfitterà per dare minuti ai suoi uomini meno impiegati e far riposare i titolari (dopotutto si tratta di uno degli allenatori che più si è speso contro il sovraccarico di partite da giocare, negli scorsi anni), il Liverpool attuale ha un’armonia collettiva che può tranquillamente inglobare al suo interno anche dei turnover più profondi senza perdere i tratti distintivi. Dopotutto, alcuni dei giocatori più giovani o meno impiegati che potrebbero trovare una maglia da titolare, come Neco Williams, Tyler Morton o Kostas Tsimikas, hanno avuto modo di tastare il più importante palcoscenico continentale anche nella scorsa stagione, contraddistinta da diversi infortuni. È possibile che trovino spazio anche Ibrahima Konaté e Takumi Minamino, e che il centrocampo sia profondamente ridisegnato.  Dal canto suo, il Milan non arriva troppo bene alla sfida dal punto di vista delle disponibilità: fuori Kjaer, Calabria, Rebic e Leao, toccherà a Kalulu , Romagnoli, e a due fra Krunic, Messias e Saelemakers.

Anche se il Liverpool dovesse schierare interamente le seconde linee, poi, non sarà comunque da sottovalutare la loro intensità e il Milan sarà chiamato a una partita più pericolosa offensivamente. In questo senso, la crescita di Tonali e la disponibilità di Ibra saranno due carte importanti in più, in particolar modo il secondo potrà fare da soluzione diretta per la verticalizzazione nel caso in cui il pressing avversario diventi troppo ostico. Soprattutto nel caso in cui Van Dijk dovesse riposare, il Milan potrebbe avere un’arma importante con lo sfruttamento delle seconde palle.

Il Liverpool non è una squadra che concede moltissime occasioni, ma se manterrà la stessa attitudine anche senza molti titolari la partita potrebbe essere più aperta del solito. Lo spazio laterale da difendere in transizione difensiva, per esempio, è spesso una delle fonti primarie con cui le avversarie dei “Reds” riescono ad alzare il proprio raggio d’azione, sfruttando la posizione molto avanzata di entrambi i terzini (in ampiezza Robertson, più accentrato Alexander-Arnold). Pioli nella conferenza prepartita ha parlato di creare occasioni provando sia a superare la pressione per poi andare negli spazi, sia attraverso una certa imprevedibilità tra le linee per dare meno punti di riferimento alla linea difensiva avversaria. In questo senso, potremmo vedere Ibra abbassarsi più del solito, coadiuvato dai movimenti di interscambio dei tre trequartisti alle sue spalle. Pioli in conferenza ha menzionato Krunic, Diaz e Messias, ai quali si aggiunge Saelemakers, che potrebbe portare un’interpretazione più orientata all’ampiezza. Certo, in quest’ottica l’assenza di Leao potrebbe essere persino più pesante di quanto non sembri già adesso.

Dal punto di vista difensivo, all’andata il Liverpool fece saltare la struttura di pressing di Pioli con un raffinato sistema di rotazioni di posizione. Henderson, interno, si allargava a dx fissando l’esterno sinistro Leao, mentre dall’altro lato l’accentramento di Alexander-Arnlod attirava Kessié, liberando spazio per Fabinho al centro. Infine, un grande tema del match fu la prestazione di Salah a sfavore di Theo Hernandez. Il Milan dovrà essere bravo a cogliere eventuali cali di qualità del Liverpool dati dal turnover, lavorando soprattutto attraverso i propri mediani per consentire di scalare in maniera più agevole verso l’esterno dopo aver protetto il centro. La protezione della difesa sarà un tema importante anche per la presenza di Romagnoli, che rischia di soffrire molto in campo aperto contro i giocatori rapidissimi di Klopp.

La chiave migliore per fare risultato sarà garantirsi quanto possibile il controllo del pallone e la possibilità di mettere sotto stress l’ultima linea degli avversari. La composizione della trequarti sarà un tema forte: Krunic può giocare a sinistra o al centro, Brahim Diaz potenzialmente ovunque, mentre Messias potrebbe rivelarsi un’arma interessante soprattutto a destra, anche se andrebbe accompagnato da una partita particolarmente propositiva del terzino destro.

Diverse cose dovranno andare al loro posto affinché il Milan riesca a passare agli ottavi, insomma, ma le condizioni di partenza per fare risultato contro il Liverpool, nonostante la caratura dell’avversario e le assenze pesanti, ci sono. Dopotutto, anche se il Milan è appena all’alba di un nuovo ciclo, la sua tradizione in Europa avrà sempre il suo peso.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml

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