Che fine ha fatto Romero?
La prima bomba di mercato dell’estate 2021-cifre da capogiro, interessi da Spagna e Inghilterra- sembra finita nel dimenticatoio riservato a voci, depistaggi e rumors, soppiantato da altri omonimi. Luka Romero, il mini Messi alla Lazio. Sergio Romero, che dice addio a quello United che avrebbe messo sul piatto ben 45 milioni di euro per acciuffare il difensore dell’Atalanta che ha lo stesso cognome.
Già, i Red Devils avrebbero fatto la stessa identica offerta lampo dell’estate 2020, quando acquistarono il giovanissimo Amad Diallo (fu Traorè) dopo sole 5 presenze in prima squadra a Bergamo. E se i 59’ di un 2002 tra i grandi li avevano convinti a versare una cifra monstre, non è difficile immaginare che sarebbero disposti a ripetersi- e pare a salire fino a 60 milioni-per il ventitreenne Cuti, un veterano a confronto con le sue 88 presenze in A e 7 in Champions League. Tutto fa pensare che i rapporti tra i due club siano molto buoni e vadano oltre il ‘buongiorno’ e ‘buonasera’, ma da un mese a questa parte sembra essersi spento tanto velocemente quanto era divampato il fuoco dello United per il difensore argentino. Trapela silenzio sul mercato. Trapela silenzio dal Brasile.
L’INFORTUNIO – La Nazionale era il suo desiderio più grande- la maglia della Dea ha trasformato in realtà il miraggio- la Copa America il sogno. Ma vederla dalla tribuna come un qualsiasi spettatore fa tutto un altro effetto. Dopo aver fatto impazzire mister Scaloni battendo il record di Maradona col il suo primo gol in Albiceleste contro la Colombia a 130’’ dal via, si sono spenti i riflettori. Quello che sembrava un problema banale e risolvibile alla vigilia dei quarti contro l’Ecuador, è diventata sospetta elongazione muscolare nella parte posteriore del ginocchio destro, infortunio da monitorare e che lo tiene fuori dai giochi. Tanto che l’Atalanta ha manifestato all’Afa, la federacalcio argentina, tutta la sua preoccupazione per la gestione di Romero, chiedendo chiarezza. Anche dalle sue condizioni fisiche infatti dipenderanno le prossime mosse di mercato.
SCATTO AL RISCATTO – L’Atalanta vorrebbe riscattare dalla Juve al più presto il miglior difensore della Serie A, bruciando le tappe-12 mesi prima del previsto- come suole fare il lungimirante e accorto presidente dell’Atalanta Percassi. 16 milioni di euro, un acquisto oneroso al pari del connazionale Musso (20), che ben delinea la volontà della Dea: rimanere tra le grandi d’Europa. Non sarebbe quindi una mossa dettata dal richiamo dell’ennesima plusvalenza super- tra entrata e uscita, un guadagno di circa 30 milioni- per cederlo alla società inglese, che non si è fatta più sentire, come Tottenham e Barcellona. Ci sono più probabilità che l’Atalanta se lo tenga stretto e che il Cuti si tenga stretta l’Atalanta.
‘MILLE’ MOTIVI PER RIMANERE A BERGAMO – Dopo 31 presenze, 2 gol e 3 assist in campionato, una rete in Champions League, l’ex Belgrano sa di avere altri e ampi margini di crescita con Gian Piero Gasperini. Al terzo anno consecutivo in Champions, la Dea punta a migliorarsi ulteriormente, lottando per lo scudetto, per un secondo posto, per la Coppa Italia, per andare ancora più avanti nel suo cammino europeo. E lo farebbe puntando proprio sul centrale argentino, attorno a cui ruota la difesa dell’Atalanta, diventata granitica grazie alle sue entrate ormai senza falli, ai sui recuperi palla, ai suoi anticipi e ai lanci lunghi per ripartire. A Bergamo il futuro papà continuerebbe a ritagliarsi un ruolo da protagonista, affinando il feeling col new entry e amico Musso, formando un trio affidabile con Toloi e Djimsiti. Perché nel frattempo l’affare Tomiyasu non si sblocca: il gap di 5 milioni non si supera (tra i 20 offerti e i 25 richiesti dal Bologna) e l’interesse e le risorse del Tottenham non alimentano la fumata bianca. L’Atalanta vuole ripartire dalla sua certezza, in attesa che l’Albiceleste sveli le sue reali condizioni.