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Batistuta, così il Re Leone è entrato nel cuore di Firenze

Trent’anni fa lo sbarco alla Fiorentina, una scommessa di Cecchi Gori. Coraggio, velocità e gol (168 in 9 stagioni): così è diventato un simbolo della Fiorentina

Quando trent’anni fa Gabriel Omar Batistuta non ancora Re Leone arrivò a Firenze era un ragazzone di 22 anni che ripassava le frasi da dire in aereo – “Sono qui per dare tutto alla Fiorentina” – e che prima di posare per le foto si sistemava il ciuffo. Sbarcò nella città che avrebbe conquistato come uno studente Erasmus, nemmeno uno di quelli con le credenziali migliori: Omar Sivori disse che di centravanti più forti di lui in Argentina ce n’erano parecchi, si potevano pescare a occhi chiusi. Nato a Reconquista, nella pampa, figlio di un macellaio e di una segretaria scolastica, appassionato di basket, adolescente con la tendenza a mettere su chili superflui, allievo di Marcelo Bielsa al Newell’s di Rosario, apparso al Torneo di Viareggio nel 1989 con il Deportivo Italiano, squadra semi-dilettantistica del quartiere di Ciudad Evita di Buenos Aires, bocciato dal River Plate con l’ex viola Daniel Passarella che lo osteggia, capocannoniere con il Boca Juniors, sposato da sei mesi con la fidanzatina conosciuta da ragazzo, Irina Fernandez, e infine – eccola la scintilla – capocannoniere nella Coppa America del 1991, vinta dall’Albiceleste.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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