TORINO – Sembra che uno voglia gufare il Gallo. Ma qui non si tratta di darsi all’ornitologia, anche perché al massimo stiamo parlando del toro, un mammifero ruminante quando gioca come a La Spezia (la squadra tutta: non solo Belotti, per carità). Con l’iniziale maiuscola, lo ricordiamo a San Siro col Milan (anche se uscì spernacchiato dal risultato) o in casa con la Samp (vittoria in un crescendo schiacciasassi). Lunedì l’Udinese: sarà un rinnovato amore o ancora un calesse? Resta il fatto che in Liguria, e senza bisogno di alluvioni (per carità numero due), annegò anche il Gallo. E in questi ultimi 7 giorni è nuovamente naufragato in Nazionale: titolare contro la Svizzera senza doti, subentrato nel finale di Belfast senza dote («che amarezza: dobbiamo fare tutti un po’ di mea culpa»).
Anche il suo Europeo è stato insufficiente: avrebbe senso non rinnovare?
Più o meno, come agli Europei. Riserva conclamata per tutto il torneo, tranne il contentino ricevuto contro il Galles, quando eravamo già qualificati per gli ottavi. Un solo gol su rigore contro la Spagna in semifinale, dopo i supplementari. E un errore orrorifico nel caso analogo in finale: ma fortuna volle (per Belotti e l’Italia tutta) che poi gli inglesi ne sbagliarono di più, e così anche la sua frittata finita spiaccicata a terra terminò in gloria. […] A Torino è per tutti un re anche quando gli cade la corona per un movimento sbagliato e tira fuori, ma da qualche anno lontano dal recinto granata diventa un Signor Qualsiasi, col rischio di chiamarsi come Ulisse davanti a Polifemo. Oggi come oggi in un top club farebbe tanta panchina, immaginiamo: temiamo per lui. Non firmare il rinnovo col Toro (rifiutando 3,3 milioni netti a stagione più uno di premio al momento della firma!) potrebbe anche diventare un salto nel buio.
Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport