TORINO – Ha terminato da pochi minuti l’allenamento. Sotto le sue grinfie ci sono Skorupski, Ravaglia e Da Costa, i tre portieri del Bologna. Ma quando il telefono squilla e i temi della chiacchierata riguardano Torino e Parma, Luca Bucci non si tira indietro. Con i ducali è cresciuto e negli Anni 90 ha vinto una Supercoppa Europea e una Coppa Uefa. La maglia granata, invece, l’ha indossata dal ’98 al 2003, vivendo una seconda giovinezza fra i pali del Delle Alpi. Ora una piccola parte di Bucci soffre per i destini di Torino e Parma, lunedì avversarie in una gara di vitale importanza per la salvezza della squadra di Nicola. D’Aversa, infatti, ha già più di un piede in Serie B.
Torino-Parma è ancora la sua partita, nonostante entrambe appartengano al suo passato.
«Il mio cuore è ovviamente diviso. Fra giovanili e prima squadra ci sono tantissimi anni e trofei che mi legano ai colori gialloblù, oltre al periodo da preparatore dei portieri. Anche il Toro, però, è sempre con me: ho passato un bel pezzo della mia vita lì. In stagioni dure, complicate ulteriormente da vari passaggi di proprietà. Sono stati anni altalenanti, ma ho conosciuto un popolo che non ho mai dimenticato».
Si aspettava un anno così travagliato per entrambe le squadre?
«Sono due squadre che hanno grandi valori, mi sorprende che siano in questa posizione di classifica. Una cosa è sicura: sono due formazioni che si sono ritrovate penalizzate dall’assenza di pubblico negli stadi. Toro e Parma hanno tifoserie calorose, che vivono di calcio e che avrebbero dato qualcosa in più in termini di spinta emotiva. Se penso alla carica che riesce a trasmettere la Maratona ancora mi vengono i brividi. Ormai purtroppo il Parma è quasi impossibile che raggiunga l’obiettivo salvezza, ma il Toro può farcela. Si vede che ora la squadra lotta e ha una vera anima, è mentalizzata per portare a termine la missione».
Che Toro ha visto dieci giorni fa a Bologna?
«Un Toro convinto, che probabilmente avrebbe meritato di vincere. Mentre contro il Toro di Giampaolo, all’andata, avremmo meritato di più noi. Ci sono ottime possibilità di salvarsi, ma guai a sottovalutare il Parma: darà l’anima per vincere, quando si è spacciati subentra l’onore da difendere a tutti i costi».
Da ex portiere, è naturale chiederle di Salvatore Sirigu, che ha vissuto una stagione al di sotto delle aspettative. Cosa passa nella testa dei numeri uno? «Non conosco i motivi dei suoi alti e bassi, non mi permetto di giudicare da fuori. Quando mi è capitato di avere una stagione difficile, non nego che in quei momenti subentrino tanti fattori: ci sono circostanze interne ed esterne che ti possono portare poca stabilità. L’importante è trovare un punto di equilibrio, fidandosi di poche persone. Ma Sirigu è un grande portiere: magari sarà lui a salvare il Toro, glielo auguro».
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