TORINO – Manco a dirlo, proprio contro la Lazio, all’andata, si erano visti più strafalcioni arbitrali ai danni del Torino, con pure i varisti in prima fila nello sbagliare. Lotito aveva goduto, Cairo ingurgitato fiele. Al 95’, un attimo prima che Immobile trasformasse un rigore, il Torino stava ancora vincendo per 3 a 2. Al 98’, 4 a 3 per la Lazio. E dire che. E dire che, col Torino in vantaggio per 2 a 1, Verdi veniva falciato da Luiz Felipe in area, un attimo dopo che il granata aveva calciato il pallone per passarlo a un compagno. Ma tutti zitti, dalle parti degli arbitri: in campo o al Var che fossero. Quindi, appunto nel recupero finale, il fallo di mano fischiato contro Nkoulou, con anche l’intervento specifico dei varisti. La palla, scagliata violentemente, picchiava contro un braccio del difensore (o la pancia? Le immagini non chiariscono con certezza): tuttavia Nkoulou teneva raccolto il braccio davanti a sé, “chiuso”, attaccato al corpo. Di sicuro non aumentava “il volume”, come dicono le normative a uso e consumo degli arbitri. Se il granata fosse magicamente sparito un attimo prima come un fantasma, ecco, forse non sarebbe stato rigore per la Lazio di Lotito (forse: lo ripetiamo).
La stessa Lazio è ora, come ben si sa, sotto giudizio sportivo per il presunto utilizzo di tamponi “variabili”. In sintesi, negativi di qua e positivi di là, tra campionato (di mezzo anche quella gara col Toro) e Champions. Vedremo a metà mese cosa decideranno i giudici federali. E poi pende il ricorso granata, davanti al giudice sportivo, su Lazio-Torino. Il giudice Mastrandrea potrebbe/dovrebbe sentenziare venerdì: così dicono gli ultimi rumours. Vedremo anche qui. In attesa pure di verificare se davvero la Lazio (sempre di Lotito) si costituirà davanti al giudice, tra oggi e domani, per meglio rivendicare i propri presunti diritti anti-rinvio. Ma pure per far dispetto a Cairo, potendo. Tanto per gradire, come ciliegina.