Serse Cosmi, una “mission impossible”. Salvare il Crotone. Servirà un piccolo miracolo calcistico ma in Calabria non sarebbe neanche la prima volta. La strada verso la permanenza è un Everest da scalare, ma il neo tecnico ci crede, come ha fatto capire, senza lasciare spazio a molte interpretazioni, in conferenza stampa. Le sue parole sono riprese dal sito il rossoblu.it.
PAURA – Si parte dal Geewiss stadium, non esattamente una passeggiata. Cosmi però ritiene che la grinta sarà una componente fondamentale per il raggiungimento della salvezza. “Chi viene a giocare a Crotone deve avere paura. Sicuramente dal punto di vista ambientale la squadra, privata dell’apporto dei tifosi, è stata penalizzata. Il fattore campo, qui come a Perugia, aiutava la squadra. In ogni caso non dobbiamo avere paura. Ovunque abbia allenato ho instillato questo concetto. Quando si scende dal pullman, nessun timore. Credo che questa squadra abbia bisogno di autostima e fiducia. Le qualità di questi ragazzi non sono inferiori alle squadre concorrenti per la salvezza”.
MENTALITA’ – Il Crotone cambierà pelle, ma soprattutto mentalità. Un calcio forse meno propositivo ma più concreato rispetto a Stroppa. Del resto Cosmi è un allenatore che ha una visione del calcio differente rispetto al suo predecessore. “L’Atalanta è una squadra che ha una sua precisa identità e ha un modo di giocare è legato soprattutto a un aspetto motivazionale straordinario. Senza l’abnegazione non riuscirebbe a mettere in pratica quel tipo di calcio. In questo senso mi aspetto che i calciatori possano dare qualcosa in più. Non mi piace che si colpevolizzi un solo reparto, perché si offrono degli alibi. Io mi sono permesso di dire che se il Crotone è in questa posizione di classifica, abbiamo tutti sbagliato un po’, mi ci metto anche io pur avendo poche ore di allenamento. I calciatori sanno che potevano dare di più, e se non lo sanno glielo faccio capire io. Non ci sono altre cose da aggiungere”.