Qualcuno, memore delle barriere centrate in tre anni di Juve, ha tirato un sospiro di sollievo domenica sera durante Belgio-Portogallo. Cristiano Ronaldo con il destro impegna Courtois dopo che il pallone ha evitato la “muraglia umana”? È andata proprio così, anche se non c’è stato nessun gol e la delusione di CR7 e di tutti coloro che fanno il tifo per lui rimane. Ora, al di là del fatto che il suo futuro parli ancora la lingua della Juventus, il ricordo delle punizioni calciate tra Manchester e Madrid e delle differenze con il rendimento dell’ultimo triennio non si cancella, tanto da scatenare pure critiche poco simpatiche. Come quella dell’ex attaccante inglese Ian Wright: «Ho letto che la sua media gol su punizione è di una su 50. È vero, contro il Belgio ha centrato la porta, ma Courtois ha avuto tutto il tempo di vedere la palla». In effetti, per il portiere non è stata la parata più difficile della sua carriera nonostante quel pallone viaggiasse carico di veleno.
A oggi in maglia Juve ha segnato un unico gol su punizione
Ma per Ronaldo il tabù dei calci di punizione nel post Real resta con tutta la sua pesantezza. Bruciano gli oltre 70 tentativi effettuati dal 2018 a oggi in maglia Juve, con un unico gol in curriculum, datato 4 luglio 2020 nel derby contro il Torino e con Salvatore Sirigu proteso in tuffo inutile davanti alla traiettoria beffarda di CR7. Era, quella, la 43ª punizione del fuoriclasse portoghese in bianconero. Prima e dopo, ecco la specialità della barriera avversaria puntualmente colpita. Però Cristiano non s’è mai perso d’animo e ha continuato a batterle. Che giochi ancora con la Juve, o nel Paris Saint-Germain o chissà dove, non smetterà.