Il brasiliano sfiderà l’Argentina in finale: “Il punto più alto in carriera, poi a Torino per riconquistare il campionato, alla Champions penseremo dopo. In Serie A sono diventato più completo, con Allegri posso crescere ancora”
Due anni fa, il giorno in cui si presentò al mondo bianconero, Danilo raccontò che dietro la scelta della nuova maglia c’era una passione per la numerologia: “Il 13 parla di morte ma in realtà significa rinnovamento, apertura verso ciò che di nuovo ci attende”. Adesso sorride ripensando a quanto ci aveva visto giusto, perché senza la rinascita in bianconero forse non sarebbe collegato su zoom di buon mattino a raccontarci in un ottimo italiano (“Di solito lo parlo meglio, ma dopo quasi un mese di ritiro comincio a fare un po’ di confusione — si scusa, ma in realtà non ne avrebbe affatto bisogno —. Lo studio con mio figlio, che a 6 anni è più bravo di me: credo sia una forma di rispetto verso il paese che mi ospita”) le emozioni che gli frullano dentro mentre aspetta di giocare con il suo Brasile la finale di Coppa America contro l’Argentina. Danilo si è preso la Juve, di cui è diventato un leader, e si è ripreso la sua nazionale.