La rivalità con l’’Hellas, il gioco “dell’artigiano” Delneri e la storica vittoria contro la Viola, che i tifosi ancora ricordano. La storia di una società dall’approdo alla massima serie fino alle ceneri
Presero il volo da un quartiere di Verona, atterrarono sulla luna. Quella domenica di fine agosto uscirono dal Franchi di Firenze tra gli applausi. Avevano appena battuto la Fiorentina, 2-0, gol di Perrotta e Marazzina. Finiranno tutti e due in Nazionale, ma vaglielo a dire te: t’avrebbero preso per matto. Non lo sapevano, ma avevano appena battuto il futuro c.t. campione d’Europa, Roberto Mancini, che chiuse per quaranta minuti i giocatori viola nello spogliatoio e li costrinse ad una seduta di autocoscienza collettiva. 26 agosto 2001: vent’anni fa il Chievo giocava la sua prima partita in Serie A e oggi – nel celebrare la ricorrenza – l’appassionato di calcio non può che sentire una fitta al cuore, perché è finita com’è finita, il pallone si è sgonfiato, il Chievo non c’è più e vent’anni sono passati in un attimo.