‘HabeMOUs papam’, ‘habemus squadra’ e ora, molto probabilmente anche ‘ShoMOUrodov’. Il giochino funzionava ancora meglio con AzMOUn, il preferito a quanto pare del tecnico portoghese. E come dargli torto, grandissimo giocatore l’iraniano. Invece arriva a Trigoria, salvo colpi di scena, l’uzbeko passato dal Genoa di Ballardini. Ma è un invece debolissimo in fin dei conti, perché Eldor Shomurodov ha molte delle caratteristiche che tanto piacciono di Azmoun. Segnale inequivocabile che si stanno facendo le cose con la zucca. I nomi indicati da Mourinho portano tutti novità grosse, il timbro dello Special One da qualche parte sul corpo: valeva per Xhaka, ma vale anche -attenti bene- per Shomurodov. Un attaccante come lui alla Roma non c’è. Dzeko e Mayoral sanno fare altro, inutile girarci intorno.
COL PORTO – Si prenda per iniziare a capire la Roma di Mourinho la poco amichevole partita col Porto. Non il gioco, il tecnico giallorosso ha organizzato una specie di Fight Club col suo vecchio amico Pepe. Una prova del fuoco più che una verifica tecnico-tattica. Il 4-2-3-1 sceso in campo non aveva la pretesa di imporsi o mostrare chissà quali automatismi. Doveva innanzitutto essere all’altezza mentalmente. Perché la Roma degli ultimi anni è lì che è mancata.
La struttura è presto detta: classico centrocampo muscolare alla Mourinho, un trequartista-centrocampista (altrettanto mourinhano), Zaniolo a destra e Mkhitaryan a sinistra sotto il centravanti Dzeko. E si sviluppava gioco così (vedi sotto), salida lavolpiana con Diawara a costruire tra i centrali e Pellegrini che scendeva accanto a Darboe, gli esterni offensivi dentro.
Il sogno dei romanisti era ammirare Xhaka in un’immagine del genere, magari a impostare lo stesso pallone che vedete ai piedi di Diawara. Ma Shomurodov in questo contesto? Vice Dzeko solo e soltanto? Sicuri sicuri?
ELDOR È UNA PRIMA PUNTA? – Shomurodov ha giocato nel Genoa anche da prima punta, ma la maggior parte delle volte no. Una di queste eccezioni è l’ultima di campionato contro il Cagliari, dove l’uzbeko era, fra i giocatori più offensivi in campo, il più centravanti di tutti.
Shomurodov è un attaccante da ripartenza, che dà il meglio di sé a campo aperto. Questo a prescindere dagli affiancamenti, dai compagni di reparto.
Lo dimostra chiaramente proprio il gol che decise la partita di Cagliari. Eldor e Pandev in questa circostanza sono piuttosto ‘bassi’, raccolti a difendere con la squadra nella propria metà campo. C’è una palla persa dai sardi e Rovella che innesca subito centralmente il macedone. Shomurodov è addirittura sotto di lui, defilato a sinistra. Transizione.
Pandev aggredito scarica allo stesso Rovella. Shomurodov vede campo alle spalle di Klavan e accelera.
Poi taglia verso la porta sverniciando il centrale estone. Rovella lo mette in porta.
Dulcis in fundo, il tocco sotto su Perin. Tutto molto semplice e diretto, il tipo di gamba che piace a Mou. Altra roba rispetto a Dzeko e Mayoral.
NEL 3-4-2-1 – Una funzione analoga la vediamo qui sotto contro il Verona, in una fase di 3-4-2-1 del Genoa. Ballardini oltre a cambiare spesso gli interpreti davanti, sapeva anche essere più o meno offensivo, a seconda dei momenti della partita. Qui c’è Destro prima punta, supportato da Shomurodov e Pjaca. È un rinvio di Perin che pizzica la testa di Destro, per Shomurodov in profondità.
Cetin, benché in vantaggio sull’uzbeko, commette un errore e Shomurodov, che quando arriva in pressione è sempre una fonte di preoccupazione per l’avversario, raccoglie il retropassaggio, ringrazia e segna.
Ricordo una situazione simile anche in Genoa-Atalanta: a perder palla in quel caso fu Djimsiti, ugualmente infastidito da Shomurodov. Una doppietta contro la Dea, tra l’altro, non la fanno tutti.
NEL 3-5-2 CON SCAMACCA – Più comune era vedere Shomurodov da seconda punta nel 3-5-2. Scamacca faceva il centravanti vero e proprio, il nove, mentre l’uzbeko si buttava negli spazi. Eccolo contro lo Spezia mentre si appresta a bruciare in velocità Erlic, su un pallone appena recuperato e lanciato da Strootman.
Di nuovo letale nelle transizioni fulminanti.
PUÒ COESISTERE CON DZEKO? –Quando rivedo certe giocate della coppia Scamacca-Shomurodov mi chiedo se un giocatore come l’uzbeko non possa coesistere con un centravanti di manovra come Dzeko. La risposta è chiaramente sì. Perché dunque a tutti i costi vice Dzeko?
Possono coesistere. Ma questo trasformerebbe il 4-2-3-1 di Mourinho visto col Porto in un 4-4-2 a scapito del trequartista di turno. Da tenere in considerazione come alternativa, specialmente in partite dove la Roma rischia (per strategia) di abbassarsi troppo e faticare a ripartire.
COLPO DI TESTA E PERCUSSIONI – Vale la pena di citare infine altre due giocate di Shomurodov, per completare il tutto. Il gol contro il Sassuolo ricorda certi inserimenti e colpi di testa di Azmoun, il quale sa sfruttare benissimo la presenza in area di un colosso come Dzjuba nello Zenit. Qui sul cross di Ghiglione lo stesso fa Eldor, andando a occupare bene l’area in compagnia di Scamacca.
Quanto alla velocità di Shomurodov vista sopra senza palla, si apprezza anche nelle percussioni palla al piede. Da giocatore solenne quella contro il Parma di Liverani, quando ancora nessuno lo conosceva bene l’uzbeko.
Riceve sotto Scamacca poco oltre la metà campo e conduce. È uno di quelli che la tocca poche volte quando la porta o dribbla. Di quelli che apprezzi più per la potenza della corsa che altro, per la falcata. C’è qualcosa di lineare nel suo stile di gioco, anche quando salta l’avversario in uno slalom.
È una corrente impetuosa che spinge e preme verso la porta Shomurodov, e che prima o poi la inonda. Per questo lo vuole Mourinho, perché un giocatore del genere la Roma non ce l’ha.