Una sorta di contrappasso: il tecnico dell’Inter si è tolto il bianconero di dosso proprio affrontando sul piano sportivo e psicologico la sua ex squadra. E ora anche gli scettici di Milano…
Ci sono i gol, i numeri, il vantaggio che lievita come un soufflé, il lavoro maniacale, la partita vissuta in trance a telecomandare i suoi, la gestione della pressione, la capacità di isolare la truppa dalle complicate vicende societarie. I meriti di Antonio Conte nel guidare l’Inter in vetta sono tangibili e non confutabili. Poi c’è la psicologia, troppo spesso sottovalutata. La testa che si sblocca perché hai battuto i dominatori dell’ultimo decennio. Ma anche la liberazione di rompere in mondovisione con il tuo vecchio amore e di mettertelo definitivamente alle spalle.