In mancanza di emozioni di mercato, tiene banco il rinnovo del contratto di Dybala. Juventino dal 2015, da alcune stagioni titolare della prestigiosa maglia numero 10, prossimo a compiere 28 anni, l’argentino si trova di fronte all’ennesimo bivio. Legarsi ancora alla Juventus, con un ritocco economico non irrilevante, significherebbe diventare il perno fondamentale dell’attacco e aspirare al ruolo di leader accanto a Cristiano Ronaldo e in seguito senza di lui. Mettersi sul mercato, le offerte ci sono ma nessuno è disposto a follie, vorrebbe dire che quei dubbi sulla leadership e sulla collocazione tattica persistono. immaginiamo che la Joya resti. Allegri lo conosce bene, ne ha gustato l’esaltazione e gestito i momenti no.
La Juve ha un solo centravanti di ruolo, Morata (oltre al giovane Kaio Jorge), non proprio un bomber. L’immaginazione ci porta verso un Dybala “falso nove” con due esterni molto incisivi come Chiesa e Kulusevski, il che porterebbe al sacrificio di CR7 soprattutto nei match meno importanti. Difficile si realizzi. Un attacco a tre, Morata, Cristiano e Dybala, è altrettanto complicato, a meno di non spostare la Joya dietro, dove spesso ha giocato senza entusiasmare. Se le punte fossero due, via all’alternanza: gioca chi è più in forma. Scenari già visti. Serve qualcosa di più, soprattutto in Europa. Il valore aggiunto passa dal sinistro di Dybala, che non può più prendersi un anno sabbatico come nella Juve di Pirlo. Il ragazzo soffre la pressione, ma a quasi 28 anni o ti convinci di essere un fuoriclasse o rischi di non lasciare quel segno indelebile che il club pretende a fronte di un altro sforzo. Si sgombri il campo dal solito equivoco: se si crede in lui lo si tolga subito dal mercato e lo si motivi al massimo. Il ruolo di vice-capitano non è poco, ma non basta. Ci piacerebbe però sapere cosa passa per la sua testa, se ne ha ancora voglia o se è giunta l’ora di dirsi addio.