Andato via Donnarumma, visto il momento no di Szczesny e i riflessi appannati di Handanovic, i riflettori sono tutti per il numero uno dell’Atalanta
Le papere di Szczesny, ormai e suo malgrado portiere-meme ad honorem. I riflessi appannati di “Buffering” Handanovic, che arriva in ritardo come un vecchio accelerato. Il migliore di tutti – Donnarumma – che è andato a giocare in Francia. Adieu Gigiò. L’ennesimo infortunio che ha messo fuori gioco Meret. La Serie A – se si parla di portieri – somiglia a “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie. Ne cade – simbolicamente – uno al giorno. E alla fine rimane Musso. “Dobbiamo ringraziare Musso”, ha detto Gian Piero Gasperini dopo la prima di Champions a Vila-Real. Negli occhi – il Gasp – aveva ancora la strepitosa parata al fotofinish, su colpo di testa di Gerard Moreno. Un gesto tecnico da karateka che para il colpo. Non che prima di quella paratona Musso non avesse fatto il suo dovere. L’argentino era stato decisivo in almeno altre due occasioni, confermando l’eccellente stato di forma che lo assiste da un paio d’anni.