Un’infanzia a lavorare, un torneo a Marsiglia, una scommessa del vulcanico Rozzi, i dubbi di Mazzone, quella stranezza del fuorigioco. La storia di un pioniere tra aneddoti e un mistero: la dimensione dei suoi piedi
E in un attimo e per sempre Francois Zahoui divenne Zigulì. Come la caramella gommosa che a quel tempo permetteva ai dentisti di comparsi la Lancia Delta integrale. Lo battezzarono così ad Ascoli, quando arrivò nella lontana estate del 1981. Zigulì. Perché faceva rima con Zahoui: vabbé, ci si divertiva con poco. Per dire: Diego Abatantuono quell’anno ne “I fichissimi” canticchiava “Io rinascerò cervo di montagna/ Oppure migrerò come un maiale migratore” e tutti ci si sbellicava dalle risate, robe da tenersi la pancia. Eravamo beatamente scemi.