L’ex dirigente rossonero: “Spero che il Festival non lo distragga. L’avrei convinto a non partecipare. Zlatan e Donnarumma sono rinnovi imprescindibili. Il derby? Il Milan ce la può fare”
Di battaglie ne ha vissute tante, e sempre con il suo stile inconfondibile: elegante, misurato nella gioia come nel dolore – sportivamente parlando, è chiaro –, abile e attento osservatore in casa propria ma anche in quelle altrui. Per lavoro, s’intende. Ariedo Braida ha scovato tanti talenti per il Milan, e del Milan è stato uno dei dirigenti storici dell’epoca berlusconiana. Prima d.g., poi d.s. lungo 27 intensissimi anni iniziati con Silvio nel 1986 e conclusi nel 2013. Adesso Braida è direttore generale della Cremonese, in B, ma come dice lui “non è questione di categoria e di blasone. Il calcio è passione, la mia più grande passione, ed è bello dappertutto e a qualsiasi livello”. Se poi alle porte arriva un derby da sballo, con il “suo” Milan in alto come non era da anni, le emozioni sgorgano copiose.