“Oltre a Materazzi e Samuel che ho sempre seguito all’Inter, prendo esempio da Sergio Ramos, con il quale ho avuto la fortuna di parlare dopo Inter-Real Madrid. Ci scriviamo anche su Instagram e per il compleanno mi ha inviato la maglietta, è stata un’emozione fortissima”. Bastoni racconta dei suoi idoli nell’intervista su Twitch agli Autogol. “Seguo Ramos perché mi piace come gioca, la mentalità e l’atteggiamento dentro e fuori dal campo, cerco di seguirlo in tutto quello che fa”, ha aggiunto.
Il grazie a Conte
Su Antonio Conte: “Nel Bastoni di oggi c’è tanto merito del mister Conte, lo ringrazio sempre, mi ha dato fiducia subito. Arrivavo da una buona stagione a Parma, ma lui mi ha messo titolare all’Inter ed io sono stato bravo a ripagarlo, ma senza i suoi insegnamenti non sarei qui oggi”.
Quella parata di Donnarumma
Sulla vittoria degli Europei: “Il momento indimenticabile, il più bello è stato senza ombra di dubbio l’ultima parata di Gigio Donnarumma in finale. Sono stati cinquanta giorni di bolla, e quello è stato il culmine di cinquanta giorni belli e sofferti, con tanta tensione. Mancini e lo staff sono stati fantastici a tenere un ambiente rilassato, ma anche nelle migliori famiglie non è semplice convivere cinquanta giorni, 24 ore su 24 insieme. Non c’è mai stato uno screzio o un litigio, c’è sempre stata una grande intesa, credo sia stato questo uno dei segreti al di là delle qualità tecniche”.
Bastoni: “Eriksen? Ha dormito 5 minuti”
“Eriksen? L’ho sentito dopo l’incidente, per sapere come stava. Ora lo stiamo lasciando tranquillo. Quando è venuto a salutarci è stato lui a rassicurarci dicendoci che stava bene e che aveva dormito per cinque minuti. Sarà lui a decidere cosa fare, ma ora la salute è la cosa più importante”, prosegue Bastoni.
La storia di Bastoni
“Sono nato con il sogno del calcio, a casa mia sono cresciuto pane e calcio. Quando avevo 7 anni facevo avanti indietro da casa mia a Bergamo, 130 km andare e 130 km a tornare, con papà che mi ha sempre scarrozzato avanti e indietro. Era il mio obiettivo e quella della mia famiglia. Oggi sto ripagando la benzina a papà! Nei momenti più difficili quando pensavo che non ci sarei riuscito, pensavo di restare nel mondo dello sport, avrei studiato Scienze Motorie, anche se l’obiettivo era di farcela. Sono tornato recentemente al mio oratorio, perché è lì che ho iniziato. Fino ai 7 anni, prima di andare all’Atalanta, con gli amici di mio fratello mi sono sempre sbucciato le ginocchia sul cemento e preso pallonate. Ultimamente sono meno frequentati perché la tecnologia ha preso il sopravvento, ma a me ha aiutato tanto frequentare determinati posti perché ti aiutano a crescere, e quando ti trovi in certe situazioni sai come affrontarle”, aggiunge il difensore dell’Inter.
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