MILANO – Achraf Hakimi come Stephan Lichtsteiner. Anzi, meglio. Il gol decisivo nella vittoria per 1-0 al Cagliari ha riproposto uno schema collaudato dell’Inter capolista: il terzino destro marocchino irrompe come una freccia in area, riceva palla nei pressi della linea di fondo e con pulizia di calcio assoluta indirizza al centro un cross rasoterra forte e preciso. I classici passaggi che devono solo essere spinti in rete. Domenica è toccato a Matteo Darmian recepire il messaggio da tre punti.
Come dieci anni fa
Questo tipo di azione rimanda a uno dei principi di gioco fondamentali del 3-5-2 di Antonio Conte: la predisposizione a cercare l’esterno destro in propensione offensiva, quasi da ala aggiunta, per far capitolare le difese avversarie. Con l’opzione conclusiva affidata al diretto interessato: assist per un compagno oppure conclusione in prima persona. Alla Juventus, guidata dall’attuale allenatore nerazzurro, questo ruolo toccava a Lichtsteiner. Emblematico il fatto che fu proprio il giocatore svizzero, prelevato dalla Lazio nell’estate 2011 (la stessa dell’arrivo del tecnico salentino sulla panchina bianconera), a segnare il primo gol della gestione Conte. A un decennio di distanza, l’alchimia vincente di Conte nasce sempre nell’alambicco della fascia destra. Servono architetture più elaborate per arrivare in quella zona nevralgica che permette di scardinare le difese avversarie. Ma il risultato non cambia. Con una prospettiva ancora più ampia grazie all’anagrafe: Lichtsteiner arrivò alla Juventus a 27 anni e mezzo, Hakimi è sbarcato sul pianeta Inter a 21 anni e 10 mesi.
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