MILANO – Barella e Brozovic gli intoccabili, Eriksen nuovo “titolarissimo”. Il centrocampo dell’Inter, da San Valentino, quando i nerazzurri sconfissero la Lazio 3-1 andando in testa alla classifica in virtù del ko del Milan a La Spezia, non è di fatto mai cambiato, se non in sporadiche occasioni. Loro tre sono i prescelti scudetto di Antonio Conte e loro tre giocheranno a Napoli (i dubbi sono solo sulle fasce, con Hakimi e Darmian favoriti; Perisic è tornato in gruppo, ma partirà dalla panchina). Conte ha poi ritagliato un ruolo da scudiero a Gagliardini, uomo ombra alle spalle dei titolari. Nell’organico dell’Inter, però, ci sono sette centrocampisti e tre, per svariati motivi, o non sono ancora riusciti a mettersi in mostra in questa stagione, oppure non hanno avuto un rendimento tale da far breccia nel cuore del tecnico: Arturo Vidal, Stefano Sensi e Matias Vecino . Per ognuno questo finale di stagione avrà un significato particolare, c’è la voglia di lasciare un segno nella cavalcata nerazzurra e dimostrare, così, di poter far parte della squadra del futuro.
Soldato dimezzato
Chi ovviamente ha fin qui sostanzialmente deluso è Vidal, il soldato invocato da Conte per due mercati e arrivato la scorsa estate. Il cileno, re degli scudetti, ha avuto almeno un ruolo da portafortuna, visto il probabile esito del campionato, ma ha pure saputo mettere la firma sulla partita che ha probabilmente dato una vera svolta alla stagione dell’Inter, quella vinta 2-0 il 17 gennaio scorso contro la Juventus. Fu lui, infatti, a sbloccare la gara con un colpo di testa e indirizzare così la sfida. Lì l’Inter ha capito, più che nei punti in classifica, di aver ridotto il gap con la Juventus e poterla scalzare dal trono. Detto questo, però, Vidal ha oggettivamente fatto poco per meritarsi una maglia da titolare e infatti lo stesso Conte, da metà febbraio in poi, lo ha retrocesso in panchina. Sensi e Vecino, insieme, hanno messo insieme 471 minuti in stagione. Il primo, dopo un anno e mezzo di problemi fisici, spera di aver finalmente superato il periodo no […]
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