“A 18 anni conosceva già tutti gli avversari, ora duelliamo a carte”. E il suo tecnico Luporini: “Ogni tanto combinava qualche marachella ma sempre con il sorriso”
Il quartetto non perdeva mai. Mone, Cello, Davide e Jack. Così composto. Ogni tanto si aggiungeva anche Pippo, e la Buca di San Nicolò diventava San Siro. Occhi a loro. “Ci guardavano tutti, anche i grandi. Dopo le sei si prendevano il campo piazzando gli zaini. Dicevano ‘smammate, ora ci siamo noi’, ma bastava sfidarli a testa alta. Dopo un paio di partite, nessuno di noi usciva più”. Troppo forti quei quattro, adolescenti come tanti col sogno del pallone.