«A Mourinho non ruberei nulla, niente mi ispira», disse Juric 5 anni fa. Oggi, però, eccome se gli porterebbe via qualcosa: 3 punti. Glieli fregherebbe proprio: sarebbe uno Special Onore per Ivan al primo confronto pratico tra i due, nonché un esame di maturità per la squadra. «Tanti auguri a Mourinho – disse invece lo scorso maggio -. E’ una bella cosa il suo ritorno in Italia, ma poi dipenderà anche da quale allenatore rivedremo: se quello dell’Inter, oppure il tecnico delle ultime stagioni. Che non mi è piaciuto, perché non ha più fatto vedere il gioco di 10 anni fa». Però ieri Ivan ha decisamente corretto il tiro. Non ha cercato di accampare scuse alla “fui male interpretato”, ma è semplicemente, indubbiamente, tranquillamente e scientemente passato oltre. E, secondo noi, ha fatto non solo bene, ma benissimo. Primo: perché Mou ha conquistato l’incredibile numero di 25 trofei in carriera tra Portogallo, Inghilterra, Italia e Spagna (dai campionati vinti alle Champions a ogni genere di EuroCoppa: c’è solo l’imbarazzo della scelta). Per cui definirlo «un top dei top» è il minimo sindacale, obiettivamente. Il secondo motivo? Un fatto anche strategico: meglio non andare a stuzzicare gratuitamente alla vigilia una belva delle battute derisorie, delle frecciate provocatorie e delle vendette in campo qual è Mou (mancava solo che ieri replicasse: Juric chi?). Il terzo motivo appartiene alle sfere dell’intelligenza, dello stile, del rispetto e del fair-play. Per cui, una tantum, applaudiamo al pompiere Juric: incredibile.
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