Potrà mai esserci un altro Giampiero Boniperti? Potremo cioè vedere un giocatore che compie tutto il suo percorso nella stessa squadra, vincendo e diventandone il capitano, per poi diventarne dirigente, altrettanto vincente e duraturo, incarnando così lo spirito più profondo del club?
L’impressione è che venerdì se ne sia andato non solo un simbolo della Juventus e un gigante del
calcio italiano, ma anche una figura irripetibile per percorso e storia. Il problema sono le circostanze: la Juventus del Boniperti dirigente era una squadra di calcio e aveva meno di dieci dipendenti, quella attuale è un’azienda che dà lavoro a trecento persone, oltre a essere quotata in Borsa. Boniperti gestiva magistralmente un calcio artigianale, oggi il calcio è industria (e anche una delle più importanti del Paese). Insomma, non è tanto il problema di trovareun calciatore bandiera (sono in via d’estinzione ma se ne trova ancora qualche esemplare), il problema è poi dargli in gestione una società che fattura mezzo miliardo di euro e deve rendere conto anche alla Consob.
Della competenza, del carisma e della conoscenza profonda del club, però, c’è sempre un grande bisogno. E un Boniperti potrebbe essere utilissimo anche nel calcio industriale di oggi. E la Juventus ha qualche opportunità in più di trovarne uno. Per due ragioni.
La prima è che c’è un elemento di continuità tra i tempi di Boniperti e i nostri: la famiglia Agnelli. Se Boniperti è stato il gigante che è stato è anche per il supporto e l’aiuto dell’Avvocato Agnelli, che l’aveva scelto e lo ha sempre affiancato con passione e discrezione, dandogli autorevolezza e consigli, sostegno e idee.
Nella Juventus attuale c’è già Pavel Nedved, che non ha la carriera monoclub di Boniperti, ma è unanimemente riconosciuto come bandiera del club e da undici anni affianca Agnelli al vertice della società. E poi c’è Giorgio Chiellini, che tolti gli inizi, è uno juventino totale, in possesso di un indiscutibile dna bianconero, incarnazione dello spirito del club, agonista e guerriero in campo, educato e composto fuori. Sono molte le somiglianze fra lui e Boniperti. Chiellini aggiunge a tutto questo anche una laurea in Economia e Commercio, conseguita con 110 e lode. Uno strumento indispensabile per districarsi nel calcio moderno.
Può essere lui il Boniperti del futuro? Imprudente e anche poco professionale affermarlo oggi. Diciamo che ha le carte in regola e molto tempo davanti a sé per prepararsi. Sta ancora giocando (e lo farà anche nella prossima stagione) e poi dovrà imparare il mestiere. Tra la fine della carriera da giocatore e l’inizio di quella da presidente, Boniperti frappose dieci anni di apprendistato, bazzicando la sede come consigliere. Non c’è fretta, dunque, ma c’è speranza.